Svolta nelle indagini sulla morte di Laura Ziliani, la ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, svanita nel nulla l’otto maggio scorso e il cui cadavere è stato trovato tra la vegetazione nel paese dell’Alta Vallecamonica l’otto agosto. Questa mattina sono state arrestate dai carabinieri di Brescia due delle tre figlie della donna e il fidanzato della maggiore.
Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, e Mirto Milani, residente quest’ultimo in provincia di Lecco, sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Brescia.
Contestati i reati di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere. Le indagini, avviate dai militari della Compagnia di Breno, parallelamente alle ricerche, avrebbero evidenziato numerose anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, “inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell’infortunio o del malore in montagna” riferiscono gli inquirenti.
“Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini”. Lo scrive il gip Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di custodia cautelare di due delle tre figlie di Laura Ziliani e del fidanzato della maggiore.
Secondo gli inquirenti il movente è di natura economica: “I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici”.
“Siamo davanti ad un quadro indiziario. Quattro mesi e mezzo di investigazioni serrate hanno portato però a ribaltare la versione originaria quella della scomparsa e della morte naturale”.
Lo ha detto il procuratore capo di Brescia Francesco Prete, commentando gli arresti delle due figlie di Laura Ziliani e del fidanzato della maggiore. “Naturalmente il condizionale si impone nel senso che non abbiamo alcuna certezza.La nostra è un’ipotesi che al momento riteniamo fondata grazie anche al contributo che ha dato l’Istituto di medicina legale di Brescia che ha individuato delle tracce di sostanze che probabilmente hanno determinato la causa della morte o contribuito alla sua determinazione” ha aggiunto il procuratore capo di Brescia. Nel corpo di Laura Ziliani sono state trovate tracce di benzodiazepine.
La svolta nelle indagini sull’ex vigilessa di Temù, in provincia di Brescia, Laura Ziliani, sarebbe arrivata grazie all’esame tossicologico. Stando a quanto si legge nell’ordinanza della gip di Brescia, Alessandra Sabatucci, che cita la relazione preliminare del 20 settembre scorso dei consulenti del pm, “le indagini tossicologiche sino ad ora esperite sul materiale biologico prelevate in corso di esame autoptico hanno permesso di rilevare la presenza di bromazepam” con “azione ansiolitica e ipnoinduttrice.
I rilievi quantitativi di tale composto consentono di escludere che esso possa avere avuto un ruolo diretto nel determinare l’arresto delle funzioni vitali di Laura Ziliani. D’altro canto, è possibile ritenere che al momento del decesso la donna si trovasse sotto l’influenza di tale composto, anche potenzialmente idonea a compromettere le capacità di difesa rispetto ad insulti lesivi esterni”.
“Nel corso della perquisizione domiciliare svolta” il 26 giugno scorso nell’appartamento che le sorelle Zani condividevano con Mirto Milani”, a Brescia, i carabinieri “rinvenivano e ponevano sotto sequestro un flacone contenente Bromazepan Sandoz pieno fino ad un terzo”,
scrive la gip nell’ordinanza. Secondo cui, gli elementi investigativi raccolti “dimostrano che la notte tra il 7 e l’8 maggio 2021 Silvia Zani, agendo in concorso con la sorella Paola e con Mirto Milani, abbia somministrato del bromazepan, sostanza di cui i tre avevano la disponibilità”, si trova ancora scritto.“La richiesta cautelare dedica un paragrafo al malore che Laura Ziliani ha avuto dopo una passeggiata molto impegnativa in Presena, occorsa alla metà di aprile, cui era seguita una cena a Temù durante la quale, secondo l’ipotesi accusatoria, la stessa era stata avvelenata dagli odierni indagati con una tisana”.
Lo scrive la gip di Brescia, Alessandra Sabatucci, nell’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa nei confronti di Silvia e Paola Ziliani, 27 e 19 anni, due figlie dell’ex vigilessa Laura Ziliani, scomparsa da Temù (Brescia) nella mattinata dell’8 maggio 2021 e trovata morta l’8 agosto scorso, e del fidanzato della sorella maggiore, il 27enne Mirto Milani. “A sostegno di tale conclusione – si legge – sono state richiamate le dichiarazioni del compagno Riccardo Lorenzi e del vicino di casa Giuseppe Ruscelli circa le condizioni del tutto anomale nelle quali versava la Ziliani a distanza di due giorni dalla cena in questione”.
Le dichiarazioni “dei testi sentiti dimostrano come l’episodio in questione altro non fosse che il prodromo dell’omicidio, consumatosi nella notte dell’8 maggio 2021. Ciò dimostra, altresì, come il proposito omicidiario sia stato il frutto di una lunga premeditazione che ha permesso ai tre indagati di organizzare un piano criminoso che ha permesso loro di celare per lungo tempo la morte della donna e di depistare le indagini a loro carico”, sottolinea ancora la gip Sabatucci.
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