Senza il Green Pass dal 15 ottobre non si potrà entrare in nessun luogo di lavoro, pubblico o privato.
Il premier Mario Draghi estende l’obbligo a oltre un terzo degli italiani. Con una stretta accompagnata da controlli e sanzioni, ma solo allo scopo – spiega ai suoi ministri – di “continuare ad aprire il Paese” ed evitare nuove chiusure. Il via libera del governo è unanime, a dispetto dei malumori di Matteo Salvini e di una parte della Lega. L’obiettivo è dare alla campagna vaccinale la spinta necessaria a raggiungere entro la metà di ottobre l’80% della popolazione. ECCO IL TESTO COMPLETO
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Ai lavoratori, ma anche ai sindaci, ai governatori, ai vertici istituzionali, viene dato un mese per adeguarsi, con la prima dose di vaccino. Poi dalla metà di ottobre per accedere ai luoghi di lavoro se non vaccinati o guariti dal Covid dovranno fare un tampone ogni 48 ore (72 ore se molecolare), altrimenti incorreranno nella sospensione dal lavoro o dallo stipendio e in multe fino a 1500 euro.
Il Green pass sarà obbligatorio per 23 milioni di lavoratori. E il ministro della Salute Roberto Speranza annuncia che “i test saranno gratuiti solo per gli esenti. I test antigenici saranno gratuiti solo per gli esenti previsti dalla circolare del ministero della Salute”, ha detto il ministro Speranza in conferenza stampa dopo il via libera del Cdm al nuovo decreto legge per l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro.
Con il decreto approvato, ha spiegato Speranza, “renderemo anche più capillare la rete delle farmacie attive e capaci di somministrare tamponi, test antigenici rapidi nel nostro Paese. Lo facciamo con una norma che chiede a tutte le farmacie in possesso dei requisiti per poter fare i tamponi di rispettare il protocollo d’intesa che il commissario Figliuolo ha sottoscritto con le organizzazioni di rappresentanza dei farmacisti”.
“Siamo convinti che questo decreto – ha concluso il ministro della Salute – possa contribuire a dare un’ulteriore spinta a questa fase di ripartenza e gestire meglio i mesi che verranno e aiutare l’Italia”.
“La retribuzione non e’ dovuta dal primo giorno di assenza”. Lo precisa un aggiornamento pubblicato da pochi minuti del comunicato stampa del Cdm sull’obbligo di Green pass. Lo stop allo stipendio scatta, spiega la nota, fin dal primo giorno per i lavoratori del pubblico e del privato che non abbiano il certificato verde. Nel pubblico chi non ha Green pass e’ ritenuto “assente ingiustificato” e dopo il quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro e’ sospeso. Nel privato invece il lavoratore e’ assente senza diritto alla retribuzione fino a presentazione del pass. Nessuna conseguenza disciplinare e niente licenziamenti, in ambo i casi.
Ovunque si possa controllare, entra in vigore l’obbligo. Dunque, spiega Brunetta, non sui mezzi di trasporto locale, ad esempio. Unico limite il governo lo incontra negli organi costituzionali, il Quirinale, le Camere e la Corte costituzionale, che hanno autodichia, cioè si autogovernano, e dunque vengono invitati ad adeguarsi (in una bozza compariva il termine del 15 ottobre, poi sparisce).
In Parlamento si apre però il dibattito: la fronda leghista guidata da Claudio Borghi dice no. Quanto alle sanzioni, non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore. Nel pubblico, arriverà la sospensione dello stipendio dopo 5 giorni senza Green pass, nel privato fin dal primo giorno. E poi per i mancati controlli dei datori di lavoro multe da 400 a 1000 euro, per le violazioni dei lavoratori da 600 a 1500 euro.
Magistrati e dipendenti di Bankitalia, colf, badanti, elettricisti e idraulici, ministeriali e dipendenti dei consigli comunali, governatori e consiglieri regionali eletti alle elezioni, volontari: dal 15 ottobre e fino al 31 dicembre, quando e’ prevista la scadenza dello stato d’emergenza, il green pass diventa obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro e andra’ ad incidere direttamente sulla vita di 23 milioni di italiani di cui 14 milioni e 700mila impiegati nel settore privato. Compresi deputati e senatori anche se, essendo Camera e Senato organi costituzionali, spettera’ a loro decidere da quando e con quali modalita’ adeguare il proprio ordinamento in base al principio dell’autodichia, ossia dell’autonomia decisione.
Il decreto, 9 articoli nell’ultima bozza, introduce innanzitutto l’obbligo per tutti i dipendenti pubblici: “personale delle amministrazioni pubbliche, delle Autorita’ amministrative indipendenti, compresa la Consob e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonche’ degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale” nonche’ tutti i “titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice”. E anche a tutti quei soggetti che, “a qualsiasi titolo” svolgono la propria attivita’ lavorativa in un’amministrazione pubblica, anche se con contratti esterni. La norma vale anche per gli organi costituzionali – Presidenza della Repubblica, Camera, Senato, Corte Costituzionale – ma spettera’ a loro definire in che modo applicarlo. Stesso discorso per il settore privato: “chiunque svolge un’attivita’ lavorativa” per accedere al luogo di lavoro e’ obbligato a “possedere e esibire la certificazione”. Sia nel pubblico sia nel privato, non dovranno esibire il green pass tutti coloro che sono esentati dalla campagna vaccinale.
Il decreto introduce anche una norma ad hoc per l’accesso a tribunali e uffici giudiziari: il green pass dovranno averlo i magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari e onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie. La norma non varra’ pero’ per i legali: le disposizioni, dice il decreto, “non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della giustizia, testimoni e parti del processo”. Un avvocato potra’ dunque andare in tribunale senza avere il certificato ma, ad esempio, dovra’ mostrarlo per entrare in uno studio legale.
Per non penalizzare ulteriormente chi non vorra’ o non puo’ vaccinarsi, il decreto introduce i tamponi a prezzo calmierato per tutti nelle farmacie che hanno aderito al protocollo d’intesa: gratis per chi non si puo’ vaccinare, 8 euro per i minori e 15 euro per tutti gli altri. Nella bozza e’ prevista per le farmacie che non rispettano i prezzi una sanzione da mille a 10mila euro e il prefetto potra’ disporre anche la chiusura dell’attivita’ per 5 giorni.
Per quanto riguarda i tamponi, con un emendamento al decreto green pass bis, e’ stata inoltre estesa la validita’ dell’esito dei molecolari a 72 ore mentre quella degli antigenici continuera’ ad essere 48 ore.
Il governo ha previsto che a verificare se i lavoratori sono in possesso del green pass, sia nel pubblico che nel privato, dovranno essere i datori di lavoro ai quali spetta inoltre il compito di definire, entro il 15 ottobre, le “modalita’ operative per l’organizzazione delle verifiche”, che potranno essere anche a campione. Ci dovra’ essere un responsabile incaricato degli accertamenti che, in via prioritaria, dovranno essere eseguiti al momento dell’accesso. La validita’ del green pass potra’ essere verificata, nel privato, con la app ”VerifiCa19′ mentre nel pubblico il premier, su proposta dei ministri per la pubblica amministrazione e della salute, potra’ definire delle linee guida “per la omogenea definizione delle modalita’ organizzative”.
Per chi non ha il pass sono previste una serie di sanzioni: nel pubblico, dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, scattera’ la sospensione del rapporto di lavoro e dunque dello stipendio mentre nel privato la sospensione sara’ immediata. In ogni caso, precisa il decreto, “senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”.
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Per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste inoltre sanzioni da 400 a mille euro, mentre dipendenti pubblici, privati e autonomi che verranno sorpresi in un luogo di lavoro senza il pass rischiano una sanzione da 600 a 1.500 euro. E sanzioni sono previste anche per i magistrati ordinari: l’accesso senza il pass e’ considerato “illecito disciplinare” ed e’ sanzionato in base alla normativa di riferimento.
GREEN PASS TESTO INTEGRALE DECRETO
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