<strong>Milano. Un trasformista della truffa. Una volta era lui alla guida dell’auto che ne tamponava un’altra in sosta lungo la strada. La volta dopo era sempre lui che figurava come donna al volante di una terza vettura che subiva un sinistro.
Inevitabilmente era sempre lui l’avvocato che scriveva per chiedere i danni ma era anche la voce che al telefono si spacciava per maresciallo della Finanza che voleva stipulare una polizza assicurativa per la propria macchina, che poi in realtà non era una sola ma parecchie. Tutte per lo più con documenti e targhe “aggiustate“ come lo erano, ovviamente, i documenti che di volta in volta forniva via mail alle diverse compagnie assicurative cadute nella sua rete e i vari personaggi che impersonava appropriandosi di identità altrui.
Un vero e proprio genio della truffa, secondo la Procura abilissimo nel denunciare sinistri in realtà mai avvenuti e nel riscuotere rimborsi assicurativi per danni mai subiti. Un genio che però al processo, per difendersi, non ha saputo far di meglio che scaricare la colpa di ogni trucchetto su un proprio dipendente disabile e impossibilitato a replicare.
Ora però Michele C., 44enne napoletano, rischia una condanna a sette anni e nove mesi di reclusione per aver accumulato una serie di reati che vanno dalla frode assicurativa (21 truffe) alla sostituzione di persona (14 episodi), fino a varie gradazioni del falso documentale (in 5 occasioni). Un professionista con svariate denunce alle spalle ma – finora – senza nessuna condanna.
Stando alla ricostruzione degli investigatori della polizia giudiziaria della Procura, il trucco funzionava così. Spacciandosi per lo più per finanziere, C. riusciva a stipulare via mail con assicurazioni varie (Carige, Zurich, Amissima) polizze intestate a persone di fantasia con documenti falsificati, a tutela di vetture anch’esse con carte di circolazione o attestati di rischio “taroccati”.
Poi, in varie località italiane, quelle auto andavano a sbattere contro una vettura in sosta e priva di Rca. Il particolare è decisivo, perché non avendo tutela, il titolare della vettura danneggiata era autorizzato a rivolgersi per il rimborso direttamente all’assicurazione di chi l’aveva danneggiato.
Per conto del proprietario, comunque, la richiesta veniva sempre avanzata per lettera da un avvocato. E spesso l’assicurazione pagava, senza rendersi conto che in quella vicenda dove apparentemente entravano diverse parti in gioco, in realtà il protagonista era solo uno.
Lui sotto falso nome era il titolare dell’auto che causava il sinistro. Ma era sempre lui, sotto altro falso nome, il proprietario della vettura che il danno l’aveva subito. Lui era finto il maresciallo della Finanza che stipulava le polizze via mail, ancora lui, nemmeno il dirlo, l’avvocato che per lettera sollecitava il pagamento dei danni.
Articolo pubblicato il giorno 27 Settembre 2021 - 14:03 / di Cronache della Campania