Marisa Diana, assessore all’Istruzione del Comune di Casal di Principe mentre per il secondo la Diocesi di Aversa, attraverso il vicario don Franco Picone, ha messo a disposizione una sistemazione nella parrocchia di San Nicola di Bari
Casal di Principe. Questa mattina sono arrivate le ruspe, inviate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, per le prime demolizioni delle due abitazioni in via Ancona a Casal di Principe.
L’immobile abusivo di due piani è situato in una zona in cui la maggior parte delle abitazioni è abusiva perché realizzata circa 20 anni fa quando mancavano piani regolatori e altri strumenti urbanistici.
Non sono valse a nulla le proteste dei residenti e, soprattutto, il gesto estremo del sindaco Renato Natale che, ieri pomeriggio, ha presentato le proprie dimissioni contro la scelta di negare il rinvio degli abbattimenti: “Solo a Casal di Principe sono almeno 1400 le case dichiarate abusive con sentenza, 300 nel vicino Comune di Casapesenna, 1600 a San Cipriano d’ Aversa, e si tratta quasi sempre di case abitate da famiglie non abbienti. Sempre a Casal di Principe, per 250 abitazioni c’è l’ordine esecutivo di demolizione.
Di ogni abbattimento è il Comune a farsene carico, per cui accanto al dramma abitativo si pone anche un problema di risorse pubbliche. Con la Cassa Depositi e Prestiti, abbiamo acceso mutui per 1,6 milioni di euro per 11 abbattimenti; ogni demolizione costa tra 150mila e i 200mila euro. Se pensiamo che sono 250 le abitazioni a Casal di Principe per cui c’è un ordine esecutivo di abbattimento, arriveremmo alla cifra di 35 milioni di euro solo per il mio Comune; e pensare che la Cassa Depositi e Prestiti ha accantonato 50 milioni per le demolizioni”.
Al centro delle polemiche è finita soprattutto chi ha ordinato la demolizione, soprattutto dopo la conferenza stampa del sindaco Natale. Ed è proprio a lui che ha voluto rispondere il capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone.
“L’istanza di rinvio avanzata dal sindaco del Comune di Casal di Principe – spiega – venne avanzata già dal 29 marzo, data inizialmente fissata per l’esecuzione, ed ha dato luogo all’accoglimento delle richieste di rinvio, tant’è che l’esecuzione è stata differita fino al 2 settembre, ferma restando l’assunzione da parte del sindaco dell’impegno di individuare una sistemazione alloggiava adeguata per i due nuclei familiari. Decorso ampiamente il termine concesso, è stata fissata l’esecuzione per il 2 settembre, non potendo ulteriormente rinviare la demolizione, anche in virtù delle situazioni di pericolo del fabbricato, tali da poter compromettere l’incolumità fisica dei miniati”.
La Troncone, inoltre, aggiunge che “entrambi i nuclei familiari hanno reperito soluzioni abitative alternative. E’ emesso che uno dei nuclei familiari era già anagraficamente residente, sin dal dicembre 2020, in un’abitazione diversa da quella oggetto della demolizione, usufruendo di alloggio popolare, così come riferito da uno dei componenti del nucleo alla polizia giudiziaria. La seconda famiglia ha riferito, alcuni giorni prima dell’esecuzione, di aver rinvenuto una soluzione alloggiava in affitto. Per questo appaiono venuti meno i presupposti a fondamento della richiesta di rinvio, atteso che le due famiglie hanno trovato sistemazione altrove, circostanza che ha reso possibile l’esecuzione della demolizione del fabbricato”.
Il manufatto abusivo è oggetto di una sentenza penale di condanna del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione distaccata di Aversa, passata in giudicato il 6 luglio 2005, che contiene l’ordine giudiziale di demolizione del manufatto abusivo di proprietà di I.A., in quanto risulta sprovvisto di autorizzazioni ruba urbanistiche ed è pertanto privo di alcun tipo di progetto strutturali ed edilizio, nonché di certificazione di agibilità, con riferimento alla vigente normativa in materia, compresa quella sanitaria.
Il palazzo, edificato in zona agricola ‘E1’, è composto da tre livelli fuori terra, per una cubatura pari a circa 2370 metri cubi “il che evidenzia che non si tratta di edificazione per necessità abitativa” sottolinea in una nota la Procura. L’interno fabbricato è stato realizzato “senza alcun criterio di regolarità sismica risulta essere privo di collaudo sismico, non essendosi provveduto al doveroso deposito degli atti progettuali presso l’Ufficio dello Sportello Unico per l’edilizia competente”.
La zona dove è stato costruito è coperta da diversi vincoli: sismico, zona agricola e di inedificabilità dal piano regolatore comunale. “Inoltre l’immobile – continua la Procura – presenta diverse situazioni di ulteriori pericolo, quali l’assenza di passamano e parapetti sulle scale, attualmente allo stato grezzo, per l’accesso agli appartamenti, con evidente e concreto pericolo di caduta dall’altro. Anche l’impianto elettrico presenta elevate criticità, in quanto sono presenti nel manufatto abusivo numeroso fili elettrici volanti”.
In queste ore Marisa Diana, assessore all’Istruzione del Comune di Casal di Principe, è al lavoro col sindaco dimissionario Natale per cercare di trovare una sistemazione alle due famiglie. “La casa è stata abbattuta – ha detto – ora ci aspettiamo delle risposte dal tavolo interministeriale convocato dal ministro Mara Carfagna”. Uno dei due nuclei avrebbe trovato alloggio temporaneo in una casa popolare di alcuni parenti deceduti qualche mese fa per Covid, mentre per il secondo la Diocesi di Aversa, attraverso il vicario don Franco Picone, ha messo a disposizione una sistemazione nella parrocchia di San Nicola di Bari e si è proposta, in alternativa, di reperire un appartamento con fitto a carico della Curia.
Gustavo Gentile
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