Prosegue fino a dicembre la mostra su Enrico Caruso al Teatro San Carlo
La nuova esposizione sostenuta dal Comitato Nazionale Celebrazioni Caruso, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli, resterà aperta fino al 15 dicembre con una mostra dedicata ad Enrico Caruso intitolata “Enrico Caruso e Napoli” si è riaperto al pubblico in questi giorni il MeMus (Memoria/Musica), Museo innovativo che riassume i tre secoli di storia del San Carlo portandoci nella modernità.
La riapertura assume un significato particolare anche in prossimità delle Giornate del Patrimonio del prossimo 25 e 26 settembre, perché il MeMus, in linea con lo slogan dell’iniziativa “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi”, si propone tra i primi spazi museali di Napoli aperti e inclusivi con una attenzione all’accessibilità che inizia dal percorso dei pannelli in traduzione Braille, realizzati in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli.Per le sole giornate del 25 e 26 settembre la tariffa speciale di ingresso sarà di 2 euro.Il progetto “Il Museo del Teatro di San Carlo. Accessibilità e Inclusione” è realizzato con il sostegno della Regione Campania – Direzione Generale per le Politiche Culturali e il turismo “Promozione e Valorizzazione dei Musei e delle Biblioteche”.
In partnership con la sezione Provinciale di Napoli dell’Unione Italiana Ciechi e con le coordinatrici della rete “Campania tra le mani” è stato avviato un progetto all’avanguardia che ha consentito di inserire le trascrizioni in lingua Braille di tutti i testi presenti sui pannelli del percorso storico-informativo del Museo che raccontano la storia del San Carlo.
Nella Giornata del 25 settembre in particolare la direttrice della sartoria Giusi Giustino terrà una speciale visita a partire dalle ore 16.00 incentrata sull’esplorazione sensoriale del costume per persone ipovedenti e non vedenti.La Mostra è visitabile tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.30 escluso il mercoledì.La domenica turno unico dalle 10 alle 14.30 Biglietti da 3 a 5 euro.
La tariffa di 3 euro è acquistabile assieme alla visita al Teatro ad un costo totale di 10 euro.Per informazioni e prenotazioni visite 0817972331 – 412 Email visiteguidate@teatrosancarlo.it
Enrico Caruso, la più straordinaria voce di tenore di tutti i tempi e primo mito della voce nel Novecento, è celebrato in tutto il mondo nel 2021 a cento anni dalla scomparsa, avvenuta nel 1921 nell’Hotel Vesuvio di Napoli, città dove era nato nel 1873. Il Teatro di San Carlo, dove Caruso cantò soltanto nel dicembre 1902 e gennaio 1903 prima di avviare la sua irresistibile carriera americana al Metropolitan Opera di New York, ha voluto onorare il centenario con una serie di importanti iniziative simbolicamente avviate in occasione della festa di San Gennaro: una Giornata di Studi un concerto di tre grandi tenori del nostro tempo con l’Orchestra del San Carlo diretta da Mario Armiliato, e una Mostra di documenti autografi ed oggetti originali. Quest’ultima iniziativa è stata organizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli dove esiste da tempo, nella sezione Lucchesi Palli dedicata allo spettacolo, un importante fondo Caruso che però non era mai stato oggetto di rivalutazione.
I documenti carusiani della Biblioteca esposti per la prima volta – lettere, fotografie e cartoline postali – provengono infatti in gran parte da un acquisto dello Stato sul mercato antiquario del 1973 e testimoniano del rapporto di stretta amicizia e confidenza tra Enrico Caruso e il napoletano Angelo Arachite, che fu suo commilitone nel 1894 a Rieti durante il breve periodo che il tenore trascorse come soldato di leva. Alla corrispondenza Arachite sono uniti alcuni documenti provenienti da altre raccolte ma sempre riferiti a Caruso, tra cui due cartoline inviate a Salvatore Di Giacomo quando era direttore della Lucchesi Palli (in ricordo dell’opera tratta da “A San Francisco” dello stesso Di Giacomo, eseguita per la prima volta a Salerno nel 1896 da Caruso) e una splendida autocaricatura datata Parigi 1913 e dedicata da Caruso alla sorella del Conte Lucchesi Palli, Maria, che raffigura il tenore mentre canta l’aria “O Paradiso” dalla versione italiana dell’opera L’Africaine di Giacomo Meyerbeer, che rientrava nel repertorio preferito di Caruso.
Non a caso il disegno è stato scelto come emblema della Mostra napoletana per il Centenario: in Mostra è anche collocato un disco originale con lo stesso brano registrato da Caruso (Victrola 88054) insieme ad altri preziosi dischi autografati ed un grammofono “Columbia” dell’epoca, materiale quest’ultimo di proprietà dell’ appassionato ricercatore e collezionista di cimeli carusiani Guido D’Onofrio, che all’inaugurazione ha fatto “ascoltare” dal vivo la voce di Enrico Caruso sul suo grammofono.
La Mostra è curata da Maria Iannotti, vicedirettrice della Biblioteca Nazionale di Napoli e da Dinko Fabris, responsabile scientifico del Dipartimento di ricerca e comunicazione del Teatro di San Carlo, che hanno coordinato i rispettivi staff di lavoro.Una esperienza unica per poter guardare da vicino autografi, caricature e fotografie del grande tenore che ne provano il forte legame con Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 22 Settembre 2021 - 16:02 / di Cronache della Campania