Nocera Inferiore. ‘L’importante è che la morte ci trovi vivi’. Questa frase di Marcello Marchesi rende, in parte, il senso della vita, della personalità e della professionalità di Antonio Sarno, l’avvocato nocerino, scomparso per un malore improvviso, domenica scorsa.
“Uomo arguto, dotato di saggia ironia, di modi gentili, di signorilità antica, di schiettezza graffiante, di onestà intellettuale come pochi. Antonio era un principe del Foro, un intellettuale, uno degli ultimi rappresentanti di un’Avvocatura di prestigio della vecchia guardia, un penalista raffinato, un vincente” ha scritto di lui – descrivendone i tratti – il suo collega e amico Gian Ettore Gassani.
Allievo di Giorgio Barbarulo, assistente presso la cattedra di procedura penale dell’Università di Salerno retta dal professore Andrea Antonio Dalia, di cui è stato collaboratore in ambito accademico e professionale, l’avvocato Sarno per oltre 40 anni ha indossato la toga nei tribunali di tutta Italia.
“È difficile, se non impossibile, spiegare a parole l’affetto e la stima che tutti abbiamo nutrito per questo grande penalista, lo stesso sentimento che tutti i magistrati hanno sempre nutrito per Lui. Antonio era e sempre sarà la splendida espressione di come si deve essere Avvocati, di come si deve essere Amici, di come si deve affrontare l’avventura della vita”. Ancora le parole dell’avvocato Gassani. E’ difficile, infatti, se non impossibile raccontare il professionista, l’uomo, l’amico e il padre Antonio Sarno.
Ieri mattina, a Nocera Inferiore, l’ultimo saluto all’avvocato che lascia un vuoto umano, professionale, culturale, politico in chi lo ha lo conosciuto in 70 anni di vita, in chi lo ha incrociato in oltre 40 anni di professione, ma anche in chi professionalmente ha seguito le sue geniali intuizioni rivelatisi importanti ‘precedenti giuridici’.
Ex assessore del Comune di Nocera Inferiore, uomo di sinistra, appassionato giurista, studioso del diritto penale, vorace e appassionato amante dei libri, della filosofia, ha formato decine di giovani avvocati, per molti dei quali è stato oltre che maestro anche guida dissacrante, irriverente e caustica nella professione e nella vita.
La sua visione sul giusto e reale valore delle cose, l’ironia graffiante, la voce reboante che risuonava nelle aule di giustizia, nelle appassionate arringhe nelle quali bastava un ossimoro per indurre alla riflessione del giudizio giudici e magistrati. Ma anche gli interrogatori pungenti, di viva intelligenza l’educazione, l’atteggiamento mai domo nei confronti di chi lo ha avuto come avversario, ma mai nemico, e dei tantissimi clienti che si sono affidati alla sua professionalità, saranno difficilmente sostituibili.
Schivo e riservato, lontano dai formalismi e dai protagonismi nella vita privata. Istrione e elevato nella professione. Un ‘vincente’ con la forza delle parole, dell’intelligenza, dello studio, dell’atteggiamento nei confronti di una vita che lo ha trovato vivo anche nel momento della morte. Come accade solo a pochi.
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