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Variante Delta quasi al 70% dei casi covid in Italia

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Nell’ultimo mese e mezzo in Italia, il 69,2% dei tamponi sequenziati è risultato positivo alla variante Delta, che ha superato l’Alfa ferma al 17,3%.

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“Si avvia ad essere non dico esclusiva ma quasi, è dominante. Un’elevata copertura vaccinale è lo strumento principe per limitarla”, le parole del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Che mette in guardia: “Se guardiamo le persone sopra i 60 anni, abbiamo ancora una percentuale di quasi 16-17% che non hanno fatto neanche la prima dose. E sono quasi 1 su 4 le persone sopra i 50 anni” quelli non ancora immunizzati. Il monitoraggio settimanale della Cabina di regia offre un quadro in chiaroscuro. L’Rt è in lieve calo all’1,56 e ha una previsione di decrescita all’1,23. Se l’incidenza è in aumento a 68 casi ogni 100mila abitanti, secondo il monitoraggio della Cabina di regia, il rischio “in tutte le regioni siano è moderato”.

Sta di fatto che, insiste Brusaferro, “abbiamo una situazione che si sta lentamente scurendo in Europa” e “la curva italiana sta crescendo”.Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, sono 6.599 i nuovi casi nell’ultimo giorno (4.383.787 in totale) e 24 i morti (128.187 dall’inizio della pandemia). Se gli attuali positivi sono ben oltre i 100mila (104.685, +3.639 nelle ultime 24 ore) e i guariti ammontano a 4.150.915 (+2.936), crescono ancora i ricoveri. Sono 9 in più di ieri i pazienti in terapia intensiva (277 posti occupati) e 2.449 i ricoverati in area non critica negli ospedali italiani (+40). Con 244.657 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, cala il tasso di positività al 2,7%, rispetto al 3,4% di ieri.

“I dati mostrano un trend che non sembra essere in deciso aumento. Noi siamo contenti quando vediamo i casi diminuire, in qualche misura questi numeri sono confortanti”, il commento a caldo di Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.Tornando al monitoraggio settimanale, nel nostro Paese – spiega Brusaferro in conferenza stampa – “c’è un segnale di lenta ripresa del numero di nuovi casi. Guardando i dati dell’ultima settimana, c’è una crescita in molte regioni anche se più limitata rispetto alle settimane precedenti. L’età 10-29 anni è quella in cui ci sono più casi negli ultimi 7 giorni”. A detta di Rezza, insomma, “possiamo dire con una certa soddisfazione che rispetto ad altri Paesi abbiamo limitato i danni”.Intanto, prosegue il dibattito su un’eventuale terza dose di vaccino (seconda nel caso di Janssen). Il dg della Prevenzione del ministero della Salute apre: “È giusto valutare le eventuali necessità legate a un richiamo vaccinale. In questo momento c’è una discussione in atto, non ci sono certezze”. Il richiamo ulteriore potrebbe essere considerato “un booster per le persone più fragili”.


Articolo pubblicato il giorno 6 Agosto 2021 - 20:39



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