Comparirà domani davanti ai pm della Dda di Napoli, Maria Licciardi, la lady camorra di Secondigliano fermata ieri all’aeroporto di Ciampino mentre stava andando in Spagna.
E intanto dal decreto di fermo emergono particolari episodi dai quali si evince il suo potere criminale. Maria Liccardi era una vera e propria capo camorra che aveva anche rapporti con politici ma che risolveva anche alla sua maniera, ovvero violenta, questioni che la riguardavano. Come quando accoltellò di persona la compagna del nipote che gli aveva truffato 450mila euro.
Domani intanto, nel carcere romano di Rebibbia, ci sarà l’udienza di convalida del decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli (sostituti procuratori Giuseppina Loreto, Celeste Carrano e Antonella Serio) nei suoi confronti.
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Maria Licciardi, la boss a capo dell’omonimo clan di Secondigliano, fermata ieri dal Ros nell’aeroporto romano di Ciampino mentre si accingeva a partire per la Spagna, avrebbe fornito sostegno elettorale a un politico candidato alle ultime elezioni regionali in Campania del 24 e 25 settembre 2020. E’ quanto emerge del decreto di fermo della Dda di Napoli sulle base delle indagini dei carabinieri dei ROS di Napoli.
In una recentissima intercettazione contenuta nel decreto di fermo si legge: “E’ arrivato a 2100… pero’ in tutta la Campania… 2100 voti” . A parlare è un uomo ritenuto legato al clan Mallardo, fedele alleato dei Licciardi, nel corso di un incontro svoltosi il 29 giugno nell’abitazione della boss. “Lady camorra” l’aveva convocato, insieme con suo fratello, per chiedergli spiegazioni: l’esponente dei Mallardo infatti aveva contattato poco prima il politico senza l’assenso preventivo di Maria Licciardi, che invece viene informata direttamente dall’ex candidato.
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Dal colloquio si evince che l’uomo del clan alleato, proprio su richiesta di “lady camorra”, in occasione delle ultime regionali, aveva fornito il suo apporto al politico che pero’ non era riuscito ad essere eletto. E di questo la Licciardi e’ amareggiata. L’interlocutore prova a giustificarsi: “…qualcosa gliel’ho fatto prendere laggiu’… mi sono impegnato… mo’ a prescindere che non e’ salito (non e’ stato eletto, ndr)…” Maria Licciardi: “No! Ci volevano 2500… e loro non sono arrivati nemmeno a … erano 900”.
Quanto al recente contatto con il politico, l’esponente del clan Mallardo spiega alla boss che era suo intento avvisarlo affinche’ non avesse nulla a che fare con un imprenditore di Castel Volturno, dell’Ecoparco del Mediterraneo (oasi naturale, tra i piu’ grandi parchi a vocazione turistico-sportiva in Italia esteso su 60 ettari, ndr) ritenuto legato alla fazione Schiavone del clan dei Casalesi.
Nel decreto di fermo nei confronti di Maria Liccardi si parla di un episodio di violenza che vede la Lady camorra protagonista in prima persona. La compagna della nipote si appropria di 450mila euro e lei, Maria Licciardi, mostra tutta la sua risolutezza prima accoltellandola, due volte,
e poi costringendola a lasciare Napoli dopo la restituzione del denaro.Una vicenda familiare che Maria Licciardi, decide di affrontare con piglio e ancora una volta in prima persona, senza esitare. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni che gli investigatori registrano a partire dal 15 marzo scorso grazie alle “cimici” sistemate nella sua abitazione, zia Maria viene chiamata dal nipote (figlio di un fratello detenuto al 41bis) a dirimere una vicenda familiare piuttosto scabrosa.
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La compagna di sua sorella, figlia di un esponente di spicco del clan Contini (anch’esso componente dell’Alleanza di Secondigliano) assassinato in un agguato, approfittando della sua relazione sentimentale si e’ appropriata di ben 450mila euro ricavati dalla vendita di una villa di famiglia a Peschiera del Garda in provincia di Brescia.
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Il giovane, adirato, propone di vendicare l’affronto sfregiandole il viso ma zia Maria glielo impedisce. Il 24 aprile scorso, secondo le attivita’ di intercettazione dei carabinieri del ROS, coordinate dalla DDA, Maria Licciardi si fa accompagnare a casa della fidanzata della nipote: prima la accoltella a una gamba e a un braccio, e poi la minaccia, pesantemente (“…attacco i nipoti tuoi dietro alla macchina e ti faccio piangere senza mazzate…”), per costringerla a riconsegnare l’ingente somma. Non solo.
Dopo la restituzione del denaro, che dovra’ avvenire entro il termine di due mesi, la ragazza deve lasciare Napoli definitivamente. Altrimenti la punizione sara’ inevitabile.
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