Scena muta davanti al gip per Maria Licciardi, la donna boss arrestata all’aeroporto romano di Ciampino mentre era in partenza per la Spagna.
Difesa dall’avvocato Eduardo Cardillo, la 70enne accusata di associazione a delinquere di stampo mafioso, turbativa d’asta ed estorsione aggravata, ed e’ ritenuta a capo del clan che porta il suo cognome e che controlla i traffici illeciti dell’area nord di Napoli. Il gip Valerio Savio del tribunale di Roma ha convalidato il fermo per Maria Licciardi, boss della camorra arrestata due giorni fa all’aeroporto di Ciampito. Resta in carcere, ma gli atti del suo procedimento sono stati inviati a Napoli per competenza territoriale poiche’ tutti i reati contestati dalla Dda si sono compiuto nel capoluogo campano.
Maria Licciardi, 70 anni, si e’ collegata alle 10, in video conferenza dalla casa circondariale di Roma-Rebibbia, con l’aula di udienza del gip del Tribunale di Roma. Nella precedente inchiesta, nella quale la DDA di Napoli le contestava il medesimo ruolo di vertice nell’ “Alleanza di Secondigliano” (per il periodo che va dal 2009 al 2016), l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli ottenne prima l’annullamento della ordinanza di custodia cautelare (mentre lady camorra era latitante) e poi anche l’archiviazione di tutte le accuse.
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Adesso il pool antimafia, tutto al femminile, della Procura di Napoli, coordinato dal capo dell’ufficio inquirente partenopeo Giovanni Melillo, le contesta invece il ruolo di vertice (del clan e dell’Alleanza) nel periodo che va dal 2016 a oggi.
“Abbiamo scelto di avvalerci della facolta’ di non rispondere semplicemente perche’ non abbiamo avuto tempo sufficiente per leggere il corposo fascicolo che siamo riusciti ad acquisire, con non poche difficolta’, solo nel primo pomeriggio di ieri”.
Cosi’ il penalista Edoardo Cardillo, avvocato difensore di Maria Licciardi, ha spiegato la scelta, condivisa con la sua cliente, di non rispondere alle domande dei giudice per le indagini preliminari di Roma, stamattina, nel corso dell’udienza di convalida svolta in teleconferenza dal carcere di Rebibbia dove “lady camorra” e’ stata condotta dopo essere stata bloccata dai carabinieri del Ros poco prima che prendesse un volo per recarsi dalla figlia in Spagna. “Ritengo insussistente, quasi una forzatura, il pericolo di fuga – continua l’avvocato Cardillo – basato esclusivamente sulla circostanza che la signora Licciardi non e’ stata trovata in possesso di un biglietto di ritorno in Italia”.
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