E’ morto a 75 anni una delle leggende del calcio tedesco e mondiale: l’attaccante Gerd Muller.
E se Italia-Germania è stata definita la ‘Partita del Secolo’, il merito è anche un po’ suo che in quella gara segnò una doppietta. Il mondo del calcio, in Germania ma non solo, piange Gerd Muller, morto all’età di 75 anni dopo aver combattuto a lungo, dal 2015, contro il morbo di Alzheimer.
I numeri e i trofei in bacheca definiscono la grandezza di ‘Der Bomber’: 566 reti in 607 presenze con la maglia del Bayern, 68 in 62 gare con la divisa della nazionale. Tra cui alcune pesantissime, entrate di diritto negli almanacchi del pallone. Come la doppietta nella celebre semifinale mondiale di Città del Messico, vinta 4-3 dagli azzurri, o il gol all’Olanda nella finalissima del Mondiale a Monaco di Baviera, la sua seconda casa, che coincise con l’ultima partita con la Mannschaft.
Due anni prima, la doppietta all’Unione Sovietica con cui permise alla Germania Ovest di salire anche sul tetto d’Europa. Il ‘Bomber der Nation’ ha lasciato il segno anche in Baviera, dove è arrivato nel 1964 aprendo una dinastia: una Coppa delle Coppe, tre Coppe dei Campioni
e una Coppa Intercontinentale i titoli a livello internazionale, 4 campionati e 4 coppe nazionali quelli conquistati in Germania.Sette volte capocannoniere della Bundesliga, di cui detiene ancora il primato di gol realizzati (365). A livello personale, vinse un Pallone d’Oro (1970) e in due occasioni la Scarpa d’Oro (1970 e 1972).
Poco appariscente ma sempre letale dentro l’area di rigore, un classico numero 9 che nel calcio moderno ormai non c’è più.
“Oggi è un giorno triste e buio per il Bayern e tutti i suoi tifosi – ha dichiarato il presidente dei bavaresi Herbert Hainer – E’ stato il più grande attaccante ci sia mai stato, una bella persona e un personaggio nel mondo del calcio. Siamo uniti nel cordoglio della famiglia e della moglie Uschi. Il Bayern non sarebbe il club che tutti noi amiamo oggi senza Gerd Muller. Il suo nome e il suo ricordo vivranno per sempre”.
Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Muller affrontò problemi di depressione ed alcolismo. Furono gli ex compagni di squadra ad aiutarlo e sostenerlo durante il periodo di riabilitazione, dopo il quale fece ritorno al Bayern nelle vesti allenatore delle squadre giovanili. Colpito dall’Alzheimer nel 2015, il suo ricordo rimarrà indelebile nel mondo del calcio, tedesco e non solo.
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