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Che cos’è l’indennità di contingenza in busta paga di un contratto di lavoro?

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Se sei un lavoratore dipendente e ricevi la busta paga, scorrendo le varie liste e voci retributive erogate da parte del datore di lavoro potresti aver notato la presenza degli importi relativi all’indennità di contingenza.

Molti non conoscono la reale struttura di questa voce di pagamento. È bene quindi approfondire quest’aspetto per comprendere a quali voci fa riferimento l’indennità di contingenza.

L’ordinamento italiano prevede alcuni termini per determinare i minimi salariali che spettano ai vari lavoratori dipendenti.

Tali termini vengono citati nei contratti collettivi di lavoro. I cosiddetti CCNL sono degli strumenti, quindi, che prevedono quale dev’essere l’importo minimo erogato a ciascun lavoratore per la voce paga base e quali voci retributive associare a quest’ultimo sulla base dei vari riconoscimenti effettuati rispettivamente a ciascun dipendente.

È proprio tra queste ultime voci che compare l’indennità di contingenza. Si tratta infatti di uno strumento utilizzato dall’ordinamento italiano per equilibrare i salari rispetto al tasso di inflazione dello Stato altrimenti riconosciuto come scala mobile, questo strumento è utilizzato dallo Stato sin dal 1992.

Per comprendere bene la differenza tra indennità di contingenza e le altre voci retributive è utile analizzare ogni voce della busta paga per evitare ulteriori confusioni.

Componenti della retribuzione

La Costituzione italiana prevede che tutti i lavoratori abbiano diritto ad una retribuzione proporzionata al lavoro svolto analizzato sia nella quantità che nella qualità.

Oltretutto la carta costituzionale precisa che tale retribuzione deve essere sufficiente al mantenimento della propria persona e della sua famiglia garantendogli così una vita dignitosa e libera.

Da questo, emerge la volontà da parte dei firmatari della Costituzione di delineare il concetto di giusta retribuzione. Sfortunatamente, non viene definito quale sia l’importo da erogare a ciascun lavoratore onde rispettare tale concetto.

Ecco perché, nello stato italiano tramite i contratti collettivi si cerca di colmare questa lacuna e al contempo adempiere quanto voluto dalla Costituzione. I contratti collettivi, quindi, definiscono, basandosi sul livello di inquadramento del lavoratore, i rispettivi minimi salariali o come vengono più appropriatamente definiti minimi tabellari. Questi valori rappresentano gli importi minimi che debbono essere erogati con titolo di retribuzione ai prestatori di lavoro. I CCNL servono, poi, a stabilire tutte le altre voci da erogare al dipendente. Sommariamente la retribuzione nazionale si suddivide tra:

  • paga base;
  • indennità di contingenza;
  • scatti di anzianità;
  • superminimo individuale;
  • indennità per mansioni;

La paga base

La paga base è il più comune minimo salariale. Si tratta dell’importo che viene erogato al lavoratore in base al livello di inquadramento.

Le tabelle salariali potranno essere d’aiuto per definire la paga base spettante ad ogni singolo lavoratore. La paga base è naturalmente soggetta ad incrementi che si verificano ad ogni rinnovo di contratto collettivo.

In occasione delle varie negoziazioni dove i rappresentanti dei datori di lavoro e dei sindacati si incontrano, i primi riscontri avvengono in merito all’incremento della paga base riconosciuta per l’anno avvenire.

L’indennità di contingenza

L’adeguamento dei salari all’inflazione è adempiuto nell’erogazione dell’indennità di contingenza in ogni busta paga. Il vecchio sistema, adoperato fino al 1992, prevedeva un adeguamento automatico dei salari alle rispettive voci inerenti, come il costo della vita in generale, e seguiva un aggiornamento trimestrale.

L’ISTAT quindi calcolava il costo della vita adoperando come dati da cui partire i prezzi di alcuni prodotti di prima necessità come pane, pasta, latte, elettrodomestici e altri prodotti. A fronte di un aumento di tali prezzi si procedeva ad un riesame dell’indennità di contingenza.

Quello che si cercava di difendere era quindi il potere d’acquisto del denaro che i lavoratori ricevevano in busta paga per evitare collassi del sistema economico nazionale a seguito di un crollo dei consumi.

Nel 1992, il 31 luglio è avvenuto il cosiddetto Protocollo d’Intesa tra le parti sociali e il Governo italiano. Grazie a questo avvenimento si è posto fine a tale meccanismo automatico a favore di una contrattazione collettiva attuata attraverso i vari rinnovi di contratto.

Nonostante il Protocollo d’Intesa del 1992, ancora oggi in alcuni contratti collettivi è presente la voce inerente all’indennità di contingenza tra le varie voci retributive.

L’indennità di contingenza nei minimi tabellari

Gli strumenti oggi adoperati sono riassumibili quindi nelle tabelle o minimi tabellari che inquadrano ogni lavoratore assegnando una contingenza, che verrà inclusa nella paga base.

Le tabelle (che possono essere consultate da questa pagina del sito del CNEL) sono formate analizzando a grandi linee i vari settori di lavoro. La prima sezione riguarda i CCNL del Commercio. La tabella presenta una contingenza quadro di 540, 37 euro.

Il primo livello presenta invece una contingenza di 537,53 euro che pian piano diminuiscono man mano che il livello del lavoratore aumenta fino al settimo livello in cui si registra una contingenza di 517,51 euro.

Segue poi la tabella dei Metalmeccanici che ha unito le due voci di contingenza e paga base. Si parte, quindi dalla prima categoria con un minimo contrattuale di 1297,81 euro per arrivare all’ottava con 2333,17 euro.

I CCNL degli studi professionali hanno ugualmente accoppiato le due voci incorporando nella paga base anche l’indennità di contingenza. La prima categoria presenta, quindi, un valore somma di 1887,84 euro per arrivare alla quinta categoria con 1315,12 euro.

Superminimo individuale

Il superminimo individuale (che, a meno di specificazioni nel contratto, è anche assorbibile) rappresenta una prestazione retributiva erogata nel caso in cui le parti si accordino sulla responsione di una retribuzione superiore al minimo previsto dal contratto. Tale voce è legata, ovviamente, a caratteristiche personali del lavoratore ed è per questo che viene riconosciuta come retribuzione ad personam

Scatti di anzianità

Gli scatti di anzianità riguardano tutti i dipendenti che maturano una carriera all’interno dell’azienda restando quindi fedele al suo datore di lavoro. Ancora una volta sono i contratti collettivi che sovvengono al calcolo degli scatti sia nel tempo che nel loro relativo ammontare economico.

Indennità per mansioni

Le mansioni specifiche fanno parte di componenti retributive che sostengono il dipendente per particolari disagi nelle modalità con cui è chiamato a lavorare. Accade spesso in lavori in cui si è chiamati alla continua reperibilità e a turni particolarmente pesanti.


Articolo pubblicato il giorno 10 Agosto 2021 - 09:21
Redazione

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