Campania. Non ci sono positivi al covid al momento tra gli 87 afgani che sono nel Covid Residence dell’Ospedale del Mare di Napoli che e’ stato riaperto per accoglierli e dove presto sono attesi altri 40 arrivi dall’Afganistan, in una struttura che ha circa 170 posti.
Oggi l’Asl Napoli 1 ha cominciato infatti l’analisi con i tamponi e delle anamnesi generali degli afgani arrivati da Kabul nell’ambito della prima accoglienza organizzata dalla Regione Campania, che sottoporra’ i profughi afgani anche alla vaccinazione contro il covid.
Oggi l’accoglienza ha riguardato anche i bambini a cui la Protezione Civile della Campania e l’Asl hanno portato dei giocattoli, oltre a vestiti e abbigliamento intimi per tutti. Per la fine della quarantena, l’assessore all’Immigrazione Mario Morcone sottolinea all’ANSA: “Ricevo disponibilita’ molto qualificate in questi giorni ad accogliere gli afgani, dalla Comunita’ di Sant’Egidio ad altre strutture di grande qualita’. Riscopro un’Italia che non si tira indietro e sa fare solidarieta’ come va fatta, sono molto speranzoso che questa operazione che coinvolgera’ 2500-3000 persone in Italia non sara’ un problema”.
Intanto si muovono anche i Comuni che sono pronti ad accogliere e integrare gli afgani quando finira’ la loro quarantena a Ponticelli, che dura dieci giorni. Il Comune di Napoli sta riattivando la rete “Napoli Citta’ Rifugio”, istituito nel 2018 con durata quadriennale e l’assessore alle politiche sociali Donatella Chiodo ha gia’ inviato un piano del Comune in Prefettura: “Aspettiamo che si convochi un tavolo in Prefettura – spiega – anche perche’ diversi soggetti sono pronti a dare il proprio contributo ma pensiamo che serva una cabina di regia proprio dall’organo di governo sul territorio per interventi coordinati”.
“Napoli citta’ rifugio” e’ una rete che coinvolge soggetti come gli atenei Federico II e l’Orientale, gli ospedali Santobono-Pausillipon e Betania, la Comunita’ di Sant’Egidio e la chiesa metodista di Napoli, la GVC Onlus e lavora su azioni per il rafforzamento dei percorsi di integrazione sociale e culturale, di acquisizione delle competenze linguistiche e delle abilita’ lavorative e sociali, con l’obiettivo di favorire la stabilizzazione in Italia dei rifugiati.
Napoli e’ poi pronta a offrire i propri posti della rete Sprar, come anche altri Comuni come San Giorgio a Cremano, da dove il sindaco Zinno aveva gia’ annunciato che ha “spazi liberi all’interno del proprio progetto SAI, il secondo piu’ grande della Campania. Siamo, quindi, pronti all’inserimento dei collaboratori di missioni italiane in questo progetto, dando una accoglienza adeguata per i rifugiati afghani, al momento senza costi aggiuntivi per le finanze pubbliche, nelle more di un eventuale e specifico ampliamento del programma SAI deciso dal Ministero.
Avendo il nostro progetto gia’ in passato ospitato ex collaboratori afghani delle forze armate italiane, sara’ questo un ulteriore passo per garantire nel prossimo futuro accoglienza e integrazione a donne e uomini in queste ore in fuga dal loro Paese”.
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