Sono come dei fantasmi per la burocrazia: sono i volontari del vaccino che pur essendo vaccinati non possono avere il Green Pass.
E’ la storia del trentenne napoletano Giuseppe Ragusi, che ha accettato di partecipare da volontario – insieme ad altre 9oo persone circa -, alla sperimentazione condotta in 24 centri clinici di tutte le regioni per la validazione del vaccino tutto italiano messo a punto da Reithera.
L’azienda di cui si parla è la Biotech con sede presso il Tecnopolo di Pomezia in cui gran parte dei ricercatori sono del Ceinge e della Federico II.
La vicenda di Ragusi è particolare se non anomala. Il giovane napoletano, come tutti gli altri 900 volontari del vaccino, non può accedere al Green pass – obbligatorio in Italia dal 6 agosto – in quanto il vaccino non è stato ancora autorizzato né riconosciuto e non può procedere a un nuovo ciclo di immunizzazione con un altro farmaco perché controindicato dal punto di vista clinico.
“Ho scoperto che dal 6 agosto sarà obbligatorio il Green-pass per avere la possibilità di viaggiare, di consumare seduto ai bar e ristoranti e di compiere dei gesti quotidiani – scrive in un post su Facebook – ma io non posso avere questa certificazione. Qualche mese fa ho accettato di partecipare alla sperimentazione italiana per un vaccino di Reithera credendo fortemente nella scienza e per dare un contributo volontario per uscire dalla pandemia. Ho fatto entrambe le dosi, compilato i questionari, fatto i prelievi e adempiuto a tutta quella che è la prassi burocratica e clinica per dare una mano. Il caso ha voluto che lo Stato italiano non abbia dato i fondi promessi all’azienda farmaceutica promotrice della sperimentazione, quindi non è arrivata ancora alla terza fase.
Andranno avanti per tribunali ma di questo poco mi interessa. Nella mia situazione ci sono mille volontari di cui la metà ha avuto veramente il vaccino sperimentale, mentre l’altra metà ha avuto il placebo e quindi ha potuto vaccinarsi secondo le altre vie. Noi che abbiamo ricevuto il vaccino sperimentale (anche con qualche sintomo) non abbiamo diritto ad avere il green-pass perché non è riconosciuto il farmaco.
Nel mio caso ho molti anticorpi e non posso fare altri vaccini. Qualcuno mi ha chiesto visto l’esito delle cose se lo rifarei: non ho nessun dubbio! Quello che si fa per il bene comune si fa per se stessi, per la collettività ma ci vuole attenzione ai diritti di tutti”.
La sperimentazione di fase 2 del vaccino di Reithera, condotta insieme allo Spallanzani di Roma e relativa ad efficacia e sicurezza, ha ricevuto il parere positivo per proseguire con la fase 3, che prelude all’utilizzo sul mercato, da parte di importanti agenzie regolatorie internazionali, compresa l’Ema.
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E’ certo che il giovane napoletano abbia ricevuto le due dosi di vaccino al pari degli altri a vettore virale come AstraZeneca e Johnson & Johnson e ha sviluppato pertanto l’immunità; ha gli anticorpi e la memoria immunitaria ma anche se tutelato dal virus è imprigionato in un sistema amministrativo in questo caso ingarbugliato. La questione è stata anche oggetto di una interrogazione parlamentare.
Articolo pubblicato il giorno 24 Luglio 2021 - 09:53 / di Cronache della Campania