Santa Maria Capua Vetere. Violenze in carcere: al via il Riesame per due funzionari finiti ai domiciliari per i maltrattamenti del 6 aprile 2020.
Domani mattina è fissata l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Napoli per i due funzionari che guidarono le squadre della Polizia penitenziaria in servizio il 6 aprile dello scorso anno nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, quando avvennero le violenze ai danni dei detenuti del reparto Nilo.
Gaetano Manganelli, 45 anni, allora comandante degli agenti nell’istituto casertano e il 53enne Pasquale Colucci comandante della polizia penitenziaria di Secondigliano e del Gruppo di supporto agli interventi – entrambi destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari -, hanno chiesto la revoca della misura cautelare.
Fu proprio dall’istituto napoletano di Secondigliano che arrivarono al carcere di Santa Maria Capua Vetere un terzo dei 300 agenti inviati per la perquisizione straordinaria al reparto Nilo. Un’operazione ritenuta illegittima dalla Procura e poi divenuta, come scritto dal Gip di Santa Maria Capua Vetere, “un’orribile mattanza”. Quasi nessuno degli agenti di Secondigliano è stato pero’ identificato nel corso delle indagini della Procura guidata da Maria Antonietta Troncone con l’aggiunto Alessandro Milita.
Tutti infatti avevano casco e mascherina anti-Covid, cosi’ ad essere riconosciuti sono stati soprattutto gli agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Manganelli, si era già difeso nel corso dell’interrogatorio reso al Gip dopo l’arresto, sostenendo di non essere stato tra coloro che “hanno gestito, diretto e organizzato la perquisizione”, scaricando in pratica la responsabilita’ sugli altri funzionari presenti, tra cui Colucci che nei giorni scorsi e’ stato sentito dalla Procura che gli ha chiesto di identificare alcuni agenti di Secondigliano rimasti ignoti. L’avvocato Giuseppe Stellato, difensore di Manganelli, ha preparato un’articolata difesa per contestare l’accusa piu’ grave, quella di omissione di controllo nei confronti degli agenti, e ribadire come Manganelli non sia mai comparso nelle immagini interne del carcere. La difesa di Pasquale Colucci, rappresentata dagli avvocati Carlo De Benedictis e Domenico Scarpone chiederà l’annullamento dell’ordinanza per carenza di gravi indizi.
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