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Salgono, dunque, a 77 le sospensioni decise dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, per le violenze in carcere avvenute nel Reparto Nilo dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile dell’anno scorso. Oltre alle 52 già firmate nei confronti dei destinatari a vario titolo delle misure cautelari, il Dap ha provveduto subito, una volta ricevuta l’ordinanza del gip, anche a sospendere dal servizio altri 25 tra agenti e dirigenti, compresi i due vicedirettori e un vicecomandante dello stesso istituto. Sono stati gia’ richiesti all’autorita’ giudiziaria anche altri atti, per valutare le condotte di altri indagati, per cui non e’ stata avanzata alcuna richiesta cautelare. E’ previsto invece per martedì l’inizio dell’attività ispettiva straordinaria nell’istituto “Uccella” di Santa Maria Capua Vetere disposta dal Dap.
Intanto a Roma stamane è comparso uno striscione di minacce contro gli agenti della polizia penitenziaria. “52 mele marce? Abbattiamo l’albero!”: e’ il testo dello striscione, con il simbolo di un movimento anarchico che è stato trovato su un cavalcavia di Roma. Lo striscione contro le violenze in carcere è stato poi rimosso. La frase, minacciosa, che fa riferimento alle vicende del carcere di Santa Maria Capua Vetere che hanno portato ad una misura cautelare nei confronti di 52 agenti protagonisti di pestaggi e violenze contro i detenuti ha destato forte preoccupazione da parte della Polizia Penitenziaria. I sindacati hanno diramato a questo proposito una nota.
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“Lo striscione apparso contro la Polizia Penitenziaria e’ solo uno dei segnali di pericolo che deve far riflettere chi continua a pubblicare foto nomi e indirizzi di persone appartenenti ad un’istituzione dello Stato che in questo modo di processo pubblico rischiano la reazione di appartenenti alla criminalita’ mentre vanno giudicati nelle aule di giustizia”. Si legge nella una nota a firma di Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente nazionale e segretario regionale per la Campania dell’Unione dei Sindacati della Polizia Penitenziaria (Uspp). “Troppa attenzione mediatica – aggiungono – rischia di generare pericoli anche per la tenuta del sistema carceri dove fino a prova contraria e’ la polizia penitenziaria a mantenere l’ordine, la sicurezza e la legalita’ che non puo’ essere considerata solo all’interno delle mura perimetrali dei penitenziari ma anche per l’intera societa’ pubblica”. “Il 7 luglio – fanno sapere i due sindacalisti – nell’incontro con la Ministra Cartabia affronteremo si spera finalmente nodi cruciali per la credibilita’ del Corpo che va si riformato ma proprio per il desolante abbandono a se stesso impegnato a colmare criticità giornaliere senza risorse umane e materiali in ambienti inidonei a garantirne l’incolumità psicofisica. Un Corpo che deve poter vedere rilanciare il suo ruolo essendo il fulcro sella tenuta della certezza della pena”. “Chiediamo a chi ha la responsabilità politica e amministrativa, – concludono Moretti e Auricchio – provvedimenti a tutela di chi svolgendo correttamente il proprio lavoro fa un servizio pubblico e non può rischiare a causa di azioni che se accertate andranno punite con un regolare processo nelle aule del tribunale e non in piazza”.
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