Covid-19, muore a Palermo bimba di 11 anni colpita da variante Delta: la ragazzina aveva una rara malattia metabolica e il contagio era avvenuto in ambito familiari.
Nei giorni scorsi il presidente della Regione Nello Musumeci aveva sostenuto che i genitori sono no vax e aveva sottolineato ancora una volta la necessità di vaccinarsi.
Il virus è stato letale per lei, era ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale ‘Di Cristina’ da circa 10 giorni perchè contagiata dal Covid, attraverso la rete familiare.
La bimba, affetta da una rara malattia metabolica, è morta questa mattina alle ore 11 nel reparto di terapia intensiva. La notizia è sta confermata dal direttore sanitario Salvatore Requirez.
La piccola era al Di Cristina da circa dieci giorni. Il quadro clinico della bimba, che era affetta da una malattia metabolica rara dalla nascita, si è aggravato giorno dopo giorno ed era stato necessario collegarla ai macchinari per la respirazione artificiale. Oggi purtroppo la notizia più funesta.
Il contagio secondo quanto ricostruito dai medici è avvenuto in ambito familiare come aveva anche sottolineato nei giorni scorsi il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, in un’intervista, parlando della necessità di vaccinarsi: “La sorella di questa bambina era stata in Spagna e i genitori sono no vax, spero che questo dato possa far cambiare idea ai più recalcitranti”.
“La piccola è rimasta per due settimane in terapia intensiva intubata, la situazione era compromessa da diversi giorni, e oggi la situazione è precipitata”. Ha detto il direttore sanitario dell’ospedale Di Cristina, Giovanni Requirez. “Sebbene la criticità della situazione era apparsa, da diversi giorni, in tutta la sua gravità questa morte ci colpisce forse più delle altre – dice – L’infezione da Sars Co2 nella variante Delta ha definitivamente destabilizzato il precario equilibrio organico di una paziente che da anni soffriva di una patologia rara e congenita”.
“La Direzione Strategica dell’Arnas Civico è, con sentito cordoglio, vicina ai genitori della piccola che per anni sono stati in prima linea nella difesa dei diritti delle associazioni e dei malati per gli interessi dei quali si battevano – aggiunge – Ma offre anche solidarietà e ringraziamento quanti tra medici, infermieri e operatori sanitari tutti si sono prodigati, in tutti questi anni, nell’assistenza alla piccola, sia a livello ambulatoriale che in reparto di ricovero, divenuta, nel tempo una persona di famiglia. Molti di loro, domani, chiudendo per sempre la sua cartella clinica, il suo diario ambulatoriale, leggeranno quel nome con commozione. Non sarà facile dimenticarlo. Anche quando quelle carte passeranno in archivio. Perché è il simbolo agghiacciante dell’atrocità di una malattia che non ha pietà di colpire le persone più deboli e indifese”.
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