Vaccini: sono 29 milioni gli italiani immunizzati, pari al 53,71% degli over12.
Sono infatti 63.879.391 le dosi di vaccino somministrate in Italia, il 93,2% del totale di quelle consegnate, pari finora a 68.506.446 (nel dettaglio 47.428.476 Pfizer/BioNTech, 6.954.878 Moderna, 11.858.453 Vaxzevria-Astrazeneca e 2.264.639 Janssen). Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 29.006.660, il 53,71% della popolazione over 12. E’ quanto si legge nel report del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria aggiornato alle ore 06:10 di oggi.
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LO STUDIO PFIZER SULL’EFFICACIA DEL VACCINO
Un divario più lungo tra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer-BioNTech contro il Covid fa sì che il sistema immunitario del corpo produca più anticorpi contro l’infezione: è quanto emerge da uno studio dei ricercatori britannici, di cui riferisce oggi la Bbc.
Gli esperti affermano che i risultati supportano la decisione del Regno Unito di estendere l’intervallo tra le due dosi del vaccino dalla raccomandazione iniziale di tre settimane. In particolare, un distanziamento di otto settimane sembra essere il miglior intervallo per affrontare la variante Delta. Il Regno Unito inizialmente aveva esteso il divario tra le due dosi a 12 settimane, alla fine del 2020.
Ma poiché il programma di vaccinazione è stato poi esteso a tutti i gruppi di età, la popolazione è stata incoraggiata a ricevere la seconda dose del vaccino dopo otto settimane.
Il lavoro dei ricercatori britannici è stato finanziato dal governo e pubblicato in un documento prestampato non ancora sottoposto a revisione paritaria. Per lo studio, i ricercatori hanno confrontato le risposte immunitarie di 503 membri del personale del Servizio sanitario nazionale che hanno ricevuto le loro due dosi a intervalli diversi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, quando la variante Alpha del Covid, identificata per la prima volta nel Kent, si stava rapidamente diffondendo.
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I livelli di anticorpi nel sangue sono stati misurati un mese dopo la seconda dose di vaccino e i risultati hanno suggerito che intervalli di somministrazione sia brevi che lunghi del vaccino Pfizer hanno generato complessivamente forti risposte immunitarie. Ma un programma di tre settimane ha generato meno anticorpi neutralizzanti del virus, in grado di impedirgli di infettare le cellule, rispetto a un intervallo di 10 settimane tra la prima e la seconda dose.
Articolo pubblicato il giorno 23 Luglio 2021 - 07:47