Il Teatro del Lemming debutta con ‘Metamorfosi di forme mutate’. Antimo Casertano racconta la vita dell’artista napoletano Vincenzo Gemito in ‘Gemito – L’arte d’’o pazzo’ in prima assoluta
Giovedì 8 luglio, al Campania Teatro Festival, arriva in prima assoluta nel Cisternone del Museo e Real Bosco di Capodimonte (Porta Miano) la compagnia veneta Teatro del Lemming con “Metamorfosi di forme mutate”, uno spettacolo per gruppi di cinque persone alla volta (ore 19.30; 20.15; 21; 22), di cui firma drammaturgia, musica e regia Massimo Munaro, anche interprete accanto ad Alessio Papa, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Katia Raguso, Marina Carluccio (in replica venerdì 9).
Un‘immersione radicale, intima e personale nello spazio del rito, del mito e del ricordo. Le Metamorfosi cantate da Ovidio si specchiano, così, nelle tante metamorfosi attraversate da ciascuno di noi, in un continuo movimento fra morte e rinascita.
Ancora a Capodimonte, per la sezione Osservatorio, nel Giardino Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) alle 22.30 debutta “Gemito – L’arte d’’o pazzo”, scritto e diretto da Antimo Casertano, sul palco insieme a Daniela Ioia, Luigi Credendino, Ciro Kurush Giordano Zangaro.
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Una vita tormentata e ossessionata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la conquista della verità: è quella di Vincenzo Gemito, uno degli artisti napoletani più dimenticati di sempre. L’ossessione per il vero lo ha spinto persino verso la reclusione in manicomio, avvenuta tra il 1886 e il 1888, prima di recludersi in casa per oltre venti anni, in modo volontario, una volta uscito. Lo spettacolo si avvale delle musiche originali di Marco D’Acunzo e Marina Lucia, delle scene di Flaviano Barbarisi e dei costumi di Antonietta Rendina.
Articolo pubblicato il giorno 7 Luglio 2021 - 12:00