Probabilmente avrete già sentito parlare in rete del pignoramento stipendio, provvedimento attraverso il quale un creditore può recuperare una somma di denaro concessa ad un debitore che si rifiuta di effettuare il saldo per svariate motivazioni.
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La nostra legislazione prevede diversi strumenti per il recupero crediti, ed il pignoramento stipendio rientra tra questi, essendo probabilmente il più utilizzato.
In parole povere ciò significa che attraverso servizi terzi potremo recuperare una somma di denaro prestata senza correre alcun rischio dal punto di vista legale, recuperando ciò che ci appartiene.
Ovviamente tale provvedimento può essere attuato soltanto nei confronti di chi percepisce un reddito mensile da dipendente, ed è necessario rivolgersi a voxinvestigazioni.it per riuscire a scoprire se il soggetto che è in debito con noi possiede o meno tale entrata.
Altresì la legge pone precise limitazioni e restrizioni al pignoramento stipendio, mirate a permettere al debitore di mantenere ugualmente un tenore di vita dignitoso, soddisfando bisogni ed esigenze primarie.
Non limitiamoci ad una sola panoramica generale sull’argomento, andiamo bensì a scoprire come funziona il pignoramento stipendio in maniera dettagliata ed esaustiva!
Prima di addentrarci nel cuore dell’argomento è opportuno chiarire che una persona viene ufficialmente considerata debitrice alla consegna del famoso titolo esecutivo.
Il titolo esecutivo non è altro che un documento attestante la somma di debito posseduta, il creditore di tale somma e la modalità di recupero della stessa tramite vie legali.
Una volta emanato il titolo esecutivo di cui deve prendere visione anche il debitore, il creditore è autorizzato a procedere con la riscossione del debito, in questo caso scegliendo il pignoramento stipendio.
Possiamo quindi affermare che il pignoramento stipendio è uno strumento di recupero crediti che può essere messo in atto direttamente dal creditore, rispettando ovviamente lo specifico iter burocratico e legale.
Prima di mettere in atto il pignoramento dello stipendio è opportuno accertarsi che il debitore sia un lavoratore in regola, indipendentemente se con contratto determinato o indeterminato.
Per eseguire questo accertamento è utile rivolgersi agli investigatori privati, che tramite un’indagine mirata riusciranno a trarre informazioni riguardanti la situazione economica e reddituale del debitore.
Una volta constatato che il debitore è regolarmente stipendiato, l’ordine di pignoramento passa al datore di lavoro, che viene considerato debitore del debitore, proprio perché fornisce sostentamento economico al soggetto in debito.
Lo stipendio può essere pignorato fino ad un massimo di un quinto del netto, anche se vi sono altre cessioni in corso dovute a finanziamenti o mutui.
In precedenza vi abbiamo accennato che lo stipendio del debitore può essere pignorato fino ad un massimo di un quinto del netto, somma che verrà calcolata periodicamente dal datore di lavoro, unico soggetto in grado di sapere con precisione quanto il lavoratore verrà retribuito mensilmente.
Tale limitazione può però subire variazioni qualora entrassero in gioco situazioni di straordinaria natura, che vanno a creare i così detti limiti speciali.
Tra i limiti speciali troviamo il pignoramento stipendio per crediti alimentari dovuti all’ex coniuge, che può superare un quinto dello stipendio netto, ed è deciso direttamente dal presidente del tribunale.
Qualora venisse messo in atto il pignoramento stipendio con limiti speciali, il debitore verrà preventivamente avvisato della somma di denaro a lui detratta fino al saldo del proprio debito.
Una volta saldato l’importo al creditore il provvedimento troverà conclusione istantanea, e l’ex debitore potrà tornare ad incassare tutto il proprio stipendio come accadeva prima del pignoramento stipendio, senza ulteriori trattenute.
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