Omicidio Caruana Galizia, Malta ‘colpevole’ di aver favorito la cultura dell’impunità.
Lo ha stabilito un’inchiesta avviata nel 2019, condotta da un tre giudici, di cui due in pensione, che hanno messo sotto accusa “una cultura dell’impunità” creata dalle più alte cariche dello Stato.
In un rapporto di 437 pagine, i giudici hanno denunciato come “i tentacoli dell’impunità” abbiano poi raggiunto altri ambiti dello Stato. Esisteva, inoltre, una “ingiustificata vicinanza” tra mondo degli affari ed esponenti di governo. Secondo quanto riportato dal Times of Malta, l’inchiesta ha puntato il dito contro l’ex premier Joseph Muscat, per aver reso possibile questa cultura dell’impunità, giudicando poi l’intera squadra di governo responsabile di inerzia prima dell’assassinio.
Dunque, lo Stato maltese “dovrebbe assumersi la responsabilità” della morte della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia, uccisa in un attentato con autobomba nel 2017 “avendo creato un’atmosfera di impunità, generata dai più alti livelli nel cuore dell’amministrazione (dell’ufficio del primo ministro) che, come un polpo, si è diffusa ad altre entità, come le autorità di regolamentazione e la polizia, portando a un crollo dello stato di diritto”.
Nel corso degli ultimi due anni, l’indagine pubblica chiesta dalla famiglia della giornalista ha portato alla testimonianza di decine di persone, compresi investigatori, politici e giornalisti. Per l’assassinio della giornalista sono finora stati incriminati pochi personaggi, nonostante la portata dell’inchiesta.
A febbraio, uno dei tre uomini accusato dell’omicidio si è dichiarato colpevole, patteggiando una condanna a 15 anni di carcere. Il processo per gli altri due complici deve ancora iniziare. Un quarto personaggio, l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, è stato anch’egli incriminato per complicità nell’omicidio ed è ora in attesa del processo. Fenech venne arrestato nel 2019 mentre tentava di lasciare Malta a bordo di uno yacht.
Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2021 - 19:19