Green pass e nuova zona gialla: le decisioni saranno prese mercoledì nel corso del consiglio dei ministri che si preannuncia piuttosto agitato.
Si andrà nella nuova zona gialla con un’occupazione delle terapie intensive superiore al 5% dei posti letto a disposizione e con quella dei reparti ordinari superiore al 10%. Con il tasso di positività salito al 2,3% e un aumento dei ricoveri, il governo e le regioni sembrano aver trovato la quadra per la revisione dei parametri del monitoraggio con il quale vengono attribuiti i colori alle regioni.
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Non c’e’, invece, ancora l’accordo sui criteri per l’utilizzo del green pass e il nodo e’ sempre lo stesso: l’uso del certificato per entrare nei ristoranti al chiuso. Le scelte verranno fatte nelle prossime ore, seguendo lo schema che si ripete da mesi: prima la riunione della Conferenza delle Regioni, che formalizzera’ la proposta di modifica dei parametri dei territori, poi – probabilmente tutto nella giornata di mercoledi’ – la Stato-Regioni, la cabina di regia politica a palazzo Chigi e a seguire il Consiglio dei ministri che dovrebbe approvare il decreto con i nuovi parametri e i criteri per il green pass.
Sul primo punto, non dovrebbero esserci problemi e d’altronde e’ stato lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza a definire “ragionevole” la richiesta delle Regioni di far pesare di piu’, nell’attribuzione dei colori, il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori. I 27 milioni di vaccinati con entrambe le dosi e i circa 7 milioni che devono fare il richiamo sono un elemento che non puo’ non essere tenuto in considerazione.
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“E’ una riforma che ha senso – ha confermato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli – perche’ abbiamo la variabile della copertura vaccinale”. Le Regioni chiederanno dunque al governo di superare il parametro dell’incidenza – con 50 casi ogni 100mila abitanti oggi si va in zona gialla.
Una situazione che potrebbe portare Sicilia e Sardegna gia’ da lunedi’ in quella fascia – e di considerare solo le terapie intensive e i ricoveri nei reparti ordinari come unici elementi per definire i colori. L’ipotesi sul tavolo, confermata da fonti di governo, e’ una soglia del 5% per le terapie intensive e del 10% per le aree mediche.
Stando all’ultimo monitoraggio, se dovesse passare questo criterio, nessuna regione andrebbe in giallo: la media nazionale di occupazione dei posti letto, sia in terapia intensiva che nelle aree mediche, e’ al 2%. Ad essere messe peggio, con le rianimazioni, sono la Toscana (3,4%), la Sicilia (3,1%), la Liguria (2,8%) e il Lazio (2,7%) mentre nei reparti ordinari la Calabria e’ al 5,5%, la Campania al 5,1%, la Sicilia al 4,6%.
Numeri al momento comunque lontani dalla soglia di rischio. I problemi potrebbero invece esserci sul secondo punto all’ordine del giorno, i criteri per l’utilizzo del green pass, visto che non c’e’ accordo nella maggioranza. Con il ministro della Salute, appoggiato da esperti e scienziati, che spinge per un uso ‘estensivo’ del certificato, dunque anche per i ristoranti al chiuso, e Matteo Salvini che non ve vuole sapere: “l’allargamento dell’utilizzo del green pass non ha senso. Chi parla di multe, divieti e chiusure danneggia il lavoro, la salute e la vita degli italiani”.
Posizioni sulle quali si schiera anche il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. “il green pass ai ristoranti, con i numeri che abbiamo, sembrerebbe una scelta fuori luogo e incomprensibile. Se poi la situazione peggiora, si possono rivedere le scelte”.
Le modifiche comunque ci saranno, a partire dalla concessione del pass solo dopo la seconda dose. Molto probabile, inoltre, che l’utilizzo sia esteso oltre che per matrimoni ed eventi anche per aerei, treni, navi a lunga percorrenza, cinema, teatri, concerti, piscine e palestre.
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