E’ morto nel carcere milanese di Opera il boss della ‘ndrangheta Giovanni Tegano, 82 anni, di Reggio Calabria. Era detenuto al 41 bis, in regime di massima sicurezza, perchè ritenuto il vertice della cosca del quartiere Archi di Reggio Calabria.
Era stato arrestato nel 2010 dopo quasi 17 anni di latitanza. Detto “Russedrru”, Tegano con i suoi fratelli è stato protagonista della seconda guerra di mafia che ha insanguinato Reggio dal 1985 al 1991, orbitava nella sfera di influenza mafiosa della cosca De Stefano, come testimoniano le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e numerose vicende giudiziarie.
Tegano è stato accusato di aver ordinato numerosi omicidi strategici nel contesto della guerra di mafia e per i quali e’ stato condannato all’ergastolo nei vari stralci del processo “Olimpia”. E’ stato coinvolto anche in altre maxi-inchieste antimafia come “De Stefano + 34”, “D-Day” con la cosca Iamonte e “Valanidi”.
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Per gli inquirenti, “già a trent’anni Giovanni Tegano aveva raggiunto un’autorevolezza tale nella malavita organizzata da essere ammesso a un vero e proprio conclave di capimafia”. La sua storia criminale inizia alla fine degli anni sessanta quando per gli inquirenti era già un pezzo da novanta della ‘ndrangheta reggina. La vita di Tegano e’ stata sempre caratterizzata da periodi di latitanza che interrompeva solo quando era consapevole che sarebbe stato scarcerato nel giro di pochi mesi o addirittura di pochi giorni. Nel 1993 aveva fatto perdere le sue tracce ed è rimasto latitante fino all’aprile 2010 quando la squadra mobile lo scovò nella zona di Terreti. Era inserito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi del Ministero della giustizia. Dal momento del suo arresto e fino alla morte è stato sottoposto al carcere duro.
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