Sono trascorsi 376 giorni dalla morte di Mario Paciolla, il cooperante delle Nazioni unite che ha perso la vita nella sua casa di San Vicente del Cagua’n, dove era impegnato come osservatore per il rispetto degli accordi di pace in Colombia.
Dopo oltre un anno la vicenda e’ ancora avvolta da un grande mistero.La polizia colombiana e l’Onu hanno parlato di un suicidio, ma quechiede verita’sta prima versione non ha mai convinto, soprattutto i genitori del 33enne napoletano, che si dicono certi dell’uccisione del figlio, che conosceva bene quel territorio, come dimostrano gli articoli scritti per alcune riviste di geopolitica, sotto lo pseudonimo di Astolfo Bergman.
“La procura mantiene il piu’ stretto riserbo sulle indagini, quindi non sappiamo nulla su quanto e’ accaduto”, dice la mamma, Anna Motta, che con il marito Giuseppe continua a chiedere verita’ e giustizia, anche in occasione dell’iniziativa organizzata per il primo anniversario dalla morte. Anche i legali della famiglia preferiscono il silenzio, in attesa che si faccia chiarezza sulla vicenda.
Nel frattempo, in questi mesi, le istituzioni, diverse associazioni e molti esponenti della cultura e dello spettacolo hanno mostrato concretamente la propria vicinanza alla famiglia. Tra questi c’e’ anche Roberto Saviano, che in un messaggio inviato ai genitori definisce Mario Paciolla “un creatore di futuro” e chiede che Anna e Giuseppe non vengano lasciati soli.
“Capire cio’ che e’ accaduto a Mario – scrive Saviano – ci aiuta a capire cio’ che e’ accaduto e accade qui da noi, nei territori in cui l’unico welfare e’ quello criminale”. Le tante testimonianze di affetto hanno commosso papa’ Giuseppe, che si dice determinato a lottare affinche’ si faccia luce sull’accaduto.
“La gioia di Mario e il suo impegno sopravvivono nella vicinanza e nella testimonianza di tante persone – sottolinea – molte di queste quali non le conoscevamo, ce le siamo ritrovate accanto, come se fossero una marea di figli”. A fine maggio, intanto, nel corso dell’audizione del Comitato per i diritti umani nel mondo, che affrontava la situazione della Colombia, e’ stato chiesto di depositare un’interrogazione parlamentare per spingere il Governo a prendere posizione sul caso.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha sollecitato la collaborazione delle autorita’ colombiane e ha assicurato l’attenzione dell’Esecutivo sulla vicenda. Cosi’ come Roberto Fico, che ha ribadito l’impegno dello Stato. “Non ci fermeremo, arriveremo fin dove le cose non saranno scoperte”, aveva detto il presidente della Camera in occasione di un evento organizzato a Napoli da un gruppo di cittadini a fine luglio dello scorso anno.
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