Le “Storie al verde” del Teatro Tram di Napoli. Prosegue la rassegna estiva.
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L’esperimento “al verde” del teatro Tram si chiuderà martedì 27 e mercoledì 28 luglio nel giardino più imponente della città: l’Orto Botanico in via Foria, che farà da scenario a “Controvento”, testi e regia di Gennaro Esposito con Nello Provenzano, Angela Bertamino, Giuseppe Di Gennaro e Federica Flibotto. Storie di uomini e donne – da Giordano Bruno a Eleonora Pimentel Fonseca – che hanno sacrificato la loro vita alla ricerca di un ideale, finendo vittime del pregiudizio e dell’intolleranza.
“A luglio il teatro a Napoli è al verde – spiega il direttore artistico del Tram Mirko Di Martino -: è il colore dei bellissimi giardini della città che diventeranno palcoscenico dei nostri spettacoli, ma il verde è, ironicamente, anche il colore delle tasche dei lavoratori dello spettacolo che, dopo la pandemia, si sono ritrovati tutti più poveri. Noi del TRAM, però, non ci siamo arresi e abbiamo ideato tre spettacoli itineranti in cui gli spettatori potranno ascoltare storie intriganti, divertenti e originali. Dal vino al mito, dalla storia all’attualità, dall’ironia alla riflessione: ci saranno tante occasioni per vivere tutte le emozioni del teatro in ambienti freschi e rilassanti”.
Quattro pezzi mitici – testi di Maria Laura Amendola, Rosa Pascale, Marina Salvetti, Silvana Totàro con Titti Nuzzolese, Germana Di Marino, Angela Bertamino, Dolores Gianoli. Regia di Angela Rosa D’Auria
Il mito ha un valore universale, ma in che modo ci parla, oggi? Le donne del mito sono madri, mogli e amanti; sono passionali, vendicative, innamorate; sono escluse, ignorate, offese. Riscrivere le donne del mito significa andare alla ricerca di una condizione di inferiorità che accomuna passato e presente. Il pregiudizio, la violenza, l’oppressione, l’ignoranza: l’eroe greco è il maschio che si afferma schiacciando la donna lungo il suo percorso. Ma dall’altra parte ci sono loro, le eroine, che non accettano di essere trattate come ancelle. Reclamano il loro ruolo di protagoniste, vogliono poter contare, parlare, decidere: sono “indomite”. Ed ecco allora Euridice, Medusa, Persefone, Le Parche: quattro personaggi del mito riscritti da quattro autrici napoletane, quattro donne di oggi che reinterpretano quattro donne senza tempo, alla ricerca di una nuova identità.
Questo testo riprende il mito delle Moire, o “parche”, la personificazione del destino ineluttabile. Il loro compito era tessere il “filo”” di ogni uomo, svolgerlo e, infine, reciderlo segnandone la morte. Cloto e le sue sorelle, invece, lavorano in una fabbrica tessile nella periferia di Napoli. Una fabbrica di operaie, tutte donne, sottoposte a tutti i pregiudizi, le molestie e le disparità che spesso, quasi sempre, le donne vivono in ambito lavorativo.
La storia di un rapimento. Di un amore forzato. Persefone, Proserpina, poi Filomena, Assunta, Carmela e tutte quelle donne in balia di un uomo prepotente. La lotta per sciogliere le catene.
Lo sguardo di Medusa impietrisce gli uomini, ma non è lei il mostro. In una moderna azienda in crisi economica, arriva il cacciatore di teste incaricato dalla Perseo Spa di individuare e licenziare quanti più impiegati possibile. Medusa ha la pelle nera, gli occhi penetranti e i capelli afro: sarà lei, ovviamente, la prima a subire il taglio della testa. Ma Medusa non accetterà il suo destino senza ribellarsi.
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