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La felicità, la scrittura, la libertà del vaccino: Erri De Luca incanta Giffoni

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La scrittura, la felicità, la politica, la pandemia, il futuro e la libertà del vaccino: Erri De Luca incanta Giffoni.

Lo scrittore napoletano Erri De Luca ha affrontato questi temi con i giffoner di Impact! nel corso di #Giffoni50Plus in corso a Giffoni Valle Piana. “Mi sono vaccinato e uso la mascherina – ha detto sulle polemiche relative alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria – perchè è una manifestazione di responsabilità civile. Fin quando nessuno toccherà l’articolo 21 della Costituzione, la libertà di tutti è garantita. Le limitazioni dettate dal Covid non hanno nulla a che vedere con il concetto di libertà”.

A chi gli ha chiesto se il suo lavoro l’avesse aiutato a conoscere lati nascosti di se stesso, De Luca ha detto: “Mi ha aiutato aver letto molti libri, mi hanno fatto capire tante cose, ma non con il sistema dell’introspezione psicologica, perchù più che guardare quello che ho dentro mi piace affacciarmi alla finestra. Per questo amo i filosofi presocratici, la loro curiosità di spiegare il mondo con un sentimento di meraviglia nei confronti della bellezza. Poi è arrivato Socrate con il suo “conosci te stesso” che a me non interessa. Sinceramente la reputo una prescrizione dogmatica, mi piace conoscermi nel mondo e attraverso il mondo”. Il suo rapporto con la scrittura e’ quasi unico: “Non sono un impiegato, non scrivo tutti i giorni, lo faccio quando lo sento perche’ e’ un momento di felicita’ e non una costrizione. Credo che chi lo fa per pagare le bollette alla fine si ritroverà in bolletta: il pubblico non e’ stupido e lo capisce. E poi credo di essere tra i pochi a scrivere ancora a penna, su un quaderno a righe. Oggi non lo fa più nessuno. La mia mano e’ il direttore d’orchestra e la sua andatura governa tutta la frase. Il mio pensiero non la incalza, hanno insieme una andatura lenta che scorre di riga in riga. L’unico che conosco che fa così è il mio amico Mauro Corona”. “Più si legge – ha ribadito – e più si diventa proprietari della propria lingua: solo così si alimentano gli anticorpi contro le false informazioni, è una questione di igiene personale. Credo che il motivo per cui ho iniziato a scrivere è perchè da adolescente avevo difficoltà di comunicazione. Se sei una persona socievole, la scrittura può diventare un accessorio, altrimenti è una necessita’. Quindi per me è stato il modo per cercare di superare le mie occlusioni. Ma non sono state le parole scritte a liberarmi, quanto invece il recupero della socialità, il parlare alla mia generazione, quella che ho trovato per le strade a sbarrarle per rivendicare diritti. Ecco, quella generazione mi ha rivoltato come un guanto e mi ha permesso di appartenere a una comunità”.

Tornando alla situazione attuale e a come immagina il post pandemia, Erri De Luca ha spiegato: “Mi immagino che non finisca. Nelle epoche precedenti le pandemie si esaurivano per l’estinzione del virus che non poteva più circolare. E’ stato cosi’ per la peste del ‘300, che ha portato via un terzo della popolazione. Quando ci si chiude in casa l’epidemia non circola, noi però viviamo in un mondo che non può permetterselo, dunque il virus continuerà a circolare con tutte le sue varianti. Sono convinto del fatto che abbiamo inaugurato l’epoca delle epidemie permanenti. E la conversione non potrà che essere realizzata da chi oggi ha quindici anni. Questa generazione è già il futuro ed avrà la responsabilità di avviare l’economia della riparazione dopo i danni finora accumulati. Amo Giffoni per questo: è il luogo ideale per ascoltare i ragazzi”.


Articolo pubblicato il giorno 27 Luglio 2021 - 16:28


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