Jorit, al secolo Ciro Cerullo, è conosciuto per i suoi ritratti a dimensione murale, raffiguranti personaggi famosi (e non) con il segno distintivo delle due strisce rosse sulle guance, le stesse che ha voluto materialmente sul suo volto: il suo appartenere alla “human tribe”, nel segno di fratellanza ed uguaglianza. I suoi omaggi a Maradona, Nino D’Angelo (recentemente celebrato alla presenza del cantante di San Pietro a Patierno), Che Guevara, ma anche la sua versione di San Gennaro alle porte del quartiere Forcella a Napoli o Nelson Mandela, fino a ritratti di persone divenute simboli sociali, sono ormai entrati nella proprietà morale e collettiva di un popolo che vede le sue opere come moderni panorami, veri e propri monumenti bidimensionali fotografati e condivisi anche da turisti di tutto il mondo.
La pallacanestro nel casertano è un mantra; non a caso l’unico scudetto del basket a sud di Roma fu vinto nel 1991 proprio a Caserta, e Casapulla di tradizione cestistica ne ha da vendere. Per le strade del comune tifatino, ci sono più tabelloni che porte di calcetto, segno che questo sport è vissuto con passione ed impegno equiparabili allo sport nazionale. Molti atleti che si sono distinti in ambito professionistico, sono partiti dalla militanza di club a Casapulla, compreso l’attuale sindaco, Renzo Lillo, ex cestista di ottimo livello.
L’idea del murales nasce dal sogno di Gigio Rosa, conduttore radio-tv ed organizzatore di eventi, residente già da alcuni anni nella cittadina, che ha convinto Jorit a rendere omaggio attraverso una sua opera, alla grande passione per la palla a spicchi, abbinando al ritratto, un messaggio universale contro il razzismo. La realizzazione è stata possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale che ha usufruito di uno speciale finanziamento della Regione Campania rivolto alla promozione turistica del territorio, non gravando così sulle casse del comune. La realizzazione del murales, in corso da circa tre settimane, è diventata un’attrazione vivente per centinaia di fan di Jorit (letteralmente travolto da affetto ed entusiasmo) che “in processione”, provenienti da ogni parte della provincia ed oltre, restano ore ad ammirarlo mentre dettaglia e definisce contorni, sfumature e colori della sua creazione, mentre accetta ben volentieri coccole ed attenzioni, sottoforma di cibi freschi e bevande, magari in cambio di un selfie.
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Sabato sera torna dunque la Notte Bianca, o Notte dell’Appia, seppur in formato molto ridotto e certamente più simbolico rispetto alle precedenti edizioni, a causa delle normative antiCovid, con la presentazione ufficiale dell’opera in Via Orsomando (parcheggio Villa Comunale) alla presenza dello stesso artista e delle autorità. Sullo stesso palco, alcuni giovani promettenti del territorio: i fratelli Cortese, Silvia Cecere, Enrico Caruso, Julie, Sara Santagata, ma anche professionisti apprezzati come Filippo Arpaia, Luca Sorrento e Milena Setola.
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