L’Asl di Napoli condannata per la sospensione di tre infermieri in servizio la notte del ritrovamento degli insetti su una paziente ricoverata nel Reparto di Medicina del San Giovanni Bosco di Napoli.
Il giudice del lavoro accusa l’Asl per le gravi condizioni igieniche e le carenze strutturali e stigmatizza la decisione dell’ospedale di ricoverare la paziente in gravi condizioni nel reparto piuttosto che in Terapia intensiva.
Un caso nazionale quello del 2018 assurto agli onori della cronaca con le immagini di una paziente ricoverata nel reparto di Medicina dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli ritrovata nel letto invaso dalle formiche.
Era il novembre del 2008 e l’Asl Napoli 1 dopo le polemiche e il clamore decise di individuare e colpire i presunti responsabili dell’arrivo delle formiche in reparto.
Tre infermieri in servizio nelle ore in cui la paziente fu ricoverata in quel letto invaso dagli insetti furono destinatari di un provvedimento disciplinare con la sanzione della sospensione di 30 giorni dal lavoro senza retribuzione.
A distanza di tre anni il giudice Roberto De Matteis del Tribunale di Napoli sezione Lavoro ha accolto il ricorso dei tre infermieri che avevano subito il procedimento disciplinare, ritenendo illegittima la sospensione e ha condannato l’Asl a pagare la retribuzione per quei 30 giorni di sospensione dal lavoro.
Il caso. I fatti risalgono al novembre 2018 quando, su segnalazione di un parente di una degente ricoverata presso l’unità operativa di medicina dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, veniva riportato alla ribalta nazionale il caso di un ospite del nosocomio che era stata ricoperta improvvisamente da un “esercito” di formiche, mentre era a letto.
L’azienda Sanitaria inviò immediatamente una contestazione di addebito ai tre infermieri che erano impiegati nel turno notturno in cui si verificò
l’evento.
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Nel ricorso presentato al giudice del lavoro i tre infermieri hanno sostenuto di non avere responsabilità per quanto accaduto quella notte. Il giudice De Matteis ha accolto il ricorso ritenendo che non sia stata provata la negligenza del personale che avevano adempiuto ai loro obblighi.
Nella sentenza pubblica il 2 luglio scorso, invece, si fa riferimento alle gravi carenze strutturali, igieniche e di manutenzione della struttura ospedaliera napoletana. Il giudice stigmatizzava l’inadeguatezza clinica ed assistenziale nei confronti della paziente ricoverata presso il reparto di medicina, anziché nell’unità operativa di terapia intensiva, viste le sue precarie condizioni di salute.
I tre infermieri sono stati seguiti legalmente dall’avvocato Domenico de Angelis del sindacato Nursind che ha seguito il giudizio.
Marco Esposito, segretario territoriale del NURSIND di Napoli dichiara: “E’ una sentenza fondamentale per quel che concerne la tutela della professione infermieristica, nella fattispecie coinvolta in un assurdo carico di responsabilità della politica regionale e della direzione dell’azienda Asl Napoli 1”.
Particolarmente soddisfatto per l’esito del giudizio, l’avvocato evidenzia come la sentenza ha demolito l’assurdo teorema dell’azienda, secondo il quale, per mera presunzione, si riteneva che l’invasione delle formiche fosse addebitabile alla mancata sorveglianza della paziente da parte degli infermieri, ciò contrastando con l’attività di reale competenza dello specifico profilo professionale di tali lavoratori, che peraltro operano in condizioni di particolare precarietà organizzativa, non disponendo l’azienda in organico
neppure delle figure ausiliarie e di supporto.
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