L’onda sonora del Dum Dum Republic sta per propagarsi su tutta la Costiera Cilentana. Una ricerca ossessiva di un suono esclusivo, identitario, sempre al di fuori delle logiche mainstream
Musica che travolge l’anima e lo spirito, per far riflettere, per produrre un cambiamento nella società, per abbattere stereotipi e barriere. È uno spazio di libertà la repubblica indipendente del Dum Dum, da sempre pioniere ante litteram nella difesa dei diritti umani, in un incrocio di suoni del mondo, mentre a fare da scenografia l’arte e i colori di Portobello Dum Dum.
Proprio dalla contaminazione nasce il live set di sabato 10 luglio dalle ore 17, tra Soul, Funky, Latin, Cumbia. E ancora African, Reggae, R&B, Twist, Rock, Rare grooves. Dominatori assoluti della consolle il collettivo Pu.Ba.La. Selectors, con una session tutta in vinile, con suoni tropicali e latin, tra funk, soul, rock, highlife, afrodisco, cumbia, funanà, samba, bossa nova, forró, batucada e world music.
In contemporanea, come ogni sabato pomeriggio, saranno attivi i mercatini eco-friendly di Portobello Dum Dum: un angolo dedicato alla fantasia di giovani designer, accompagnati dal food del Dum Dum Republic, con il ristorante on the beach ispirato al chilometro zero.
Domenica 11 luglio dalle ore 17 il sound system è pronto a vibrare e il Dum Dum a trasformarsi in una dancehall sul mare, arma di resistenza sonora e di diffusione culturale. Reggae come potere di condivisione, vicinanza e identificazione, oltre i confini, per creare un “luogo in cui realmente un altro mondo è possibile”. Un messaggio di libertà nato nei Caraibi dalla sofferenza della schiavitù, con un’eco mondiale, fino ad allargarsi e coinvolgere bianchi e neri, senza discriminazioni, oppressi dalle barriere mentali.
Icona della cultura del sound system in Italia, in consolle, protagonista dell’arena sul mare dopo aver attraversato il mondo, calcando palchi tra cui il Rototom, il festival reggae internazionale, sarà Lampadread.
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Un legame sempre più forte e viscerale con il Dum Dum Republic, in quella che nel “territorio campano è una piccola isola felice, lontana dalle logiche del contesto mainstream commerciale. Per me, che provengo dall’underground, aperto però a tutto il panorama musicale, è un luogo fondamentale. Il pubblico del Dum Dum è abituato ad attraversare generi, dalla world music alla cumbia, dal reggae all’electro house, ma sempre in uno stile inedito, sempre originale, proiettato alla ricerca musicale”.
Articolo pubblicato il giorno 9 Luglio 2021 - 16:15