Il presidente della Fondazione Angelo Vassallo, fratello del sindaco ucciso a Pollica undici anni fa, lancia l’ennesimo appello al Pd nazionale a dare una svolta al partito e a controllare l’operato degli esponenti del partito in provincia di Salerno.
“Gentile Segretario, sono undici anni che cerco la verità sull’uccisione del Sindaco Pescatore di Pollica. Durante questo “tempo infinito” ho parlato a milioni di persone che hanno conosciuto la storia di Angelo, appassionandosi e condividendo il nostro percorso, creando tutti insieme una grande rete che si chiama Fondazione Angelo Vassallo. Tutto questo non sarebbe accaduto se non avessimo avuto accanto i Sindaci di “Terre d’Acqua”: sindaci emiliani, iscritti da sempre al suo partito, che è stato anche il partito di Angelo. Sindaci “tosti” che conoscono geneticamente la sofferenza, e la Resistenza” scrive Vassallo.
“Domenica 4 luglio 2021, dopo l’intitolazione del Parco Angelo Vassallo a Rosolina, sono passato a trovarli, per trascorrere qualche minuto insieme. Sono stato anche nella sezione del PD a Crevalcore. Abbiamo conversato e discusso della nostra storia e così ho capito la sofferenza di questi amministratori che inizialmente avevano qualche dubbio”.
Vassallo chiede ad Enrico Letta di non disperdere le energie vitali e buone di quella parte del partito rappresenta da sindaci come ‘piacevano ad Angelo’, suo fratello.
“Il Partito Democratico non ha mosso un dito per cercare la verità, salvo poche eccezioni e salvo pochi uomini di buona volontà. Il resto è stata “passarella mediatica” e “strafottenza” dice riferendosi alla morte di Angelo Vassallo, ucciso a Pollica il 5 settembre del 2010.
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“Ho evidenziato ai miei amici emiliani, che ancora potrebbero esserci dei margini di recupero, per instaurare un dialogo tra noi, ma a due condizioni, che poi sono sempre le stesse da undici anni a questa parte. Che si apra un dibattito, un’analisi all’interno del suo partito, ma a livello nazionale per indagare su eventuali responsabilità di uomini di questo parte politica. Non solo sull’uccisione di Angelo, quindi, ma anche sul comportamento di alcuni suoi iscritti nel depistare o oltraggiare la figura e l’operato del Sindaco Pescatore”.
“Il PD deve ‘controllare’ l’operato perpetrato negli ultimi undici anni dei suoi iscritti, nel Cilento, e a sud di Salerno – conclude Dario Vassallo -. Sono consapevole che Lei non potrà mai operare un’azione del genere perchè dando inizio ad un ‘controllo’ del genere, il suo partito imploderebbe, non solo a livello locale, ma nazionale. Pertanto, il suo partito continuerà a ‘galleggiare’ in balìa di correnti che nel tempo sono diventate un partito dentro al partito”.
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