La crittografia è una procedura che permette di modificare dei dati in modo che possano essere letti e interpretati soltanto da utenti in possesso della corretta chiave di lettura. Quando dei dati vengono crittografati, generalmente utilizzando un particolare algoritmo, questi dati diventano inaccessibili a utenti non autorizzati, quindi la loro sicurezza è notevolmente aumentata.
Crittografia: cos’è e perché è importante nella vita quotidiana
La crittografia è una procedura che permette di modificare dei dati in modo che possano essere letti e interpretati soltanto da utenti in possesso della corretta chiave di lettura. Quando dei dati vengono crittografati, generalmente utilizzando un particolare algoritmo, questi dati diventano inaccessibili a utenti non autorizzati. La loro sicurezza, quindi, viene notevolmente aumentata.
Come funziona
La crittografia, in sé, è un processo molto semplice. Un algoritmo creato appositamente per questo scopo si occupa di modificare il codice sorgente dei dati, effettuando delle sostituzioni di caratteri; allo stesso tempo, viene generata una chiave, che permette di decodificare i dati e riportarli alla loro forma originale. I dati e la chiave devono quindi essere entrambi in possesso dell’utente finale che vuole leggere i dati: in mancanza della chiave, i dati rimangono protetti da occhi indiscreti.
Sono due i principali tipi di crittografia che è possibile utilizzare: la crittografia simmetrica e quella asimmetrica. Nel primo caso, la chiave è una sola, mentre nel secondo abbiamo due diverse chiavi di cifratura, una pubblica e una privata. Esistono poi anche altri metodi di crittografia molto più complessi, come la crittografia quantistica, che non si sono però ancora diffusi capillarmente.
Crittografia simmetrica
Quando si utilizza questo tipo di crittografia, viene generata una singola chiave che permette sia di cifrare che di decifrare i dati. Questa chiave dovrà essere in possesso sia del mittente che del destinatario. Tra gli algoritmi più utilizzati a questo scopo c’è l’Advanced Encryption Standard (AES), che si basa su chiavi a 128 bit, a 192 bit e a 256 bit, a seconda del livello di sicurezza che si vuole avere.
La crittografia simmetrica è molto facile da implementare, ma meno sicura di quella asimmetrica: la chiave deve infatti essere inviata al destinatario insieme ai dati, con il rischio che qualche malintenzionato intercetti la comunicazione e si trovi così a poter decifrare i dati stessi.
Crittografia asimmetrica
Con questo tipo di crittografia si hanno due diverse chiavi: una pubblica e una privata, collegate tra loro da alcune caratteristiche particolari. Sia la chiave pubblica che quella privata possono essere usate per cifrare dei dati, ma per decifrarli è necessario utilizzare la chiave di tipo opposto.
Questa procedura permette di avere una maggiore sicurezza: la necessità di avere due chiavi diverse rende infatti molto più difficile che un malintenzionato possa essere in grado di impossessarsi di entrambe. Lo svantaggio di questo metodo sta però nella sua lentezza. Inoltre, se non si ha la certezza della provenienza sicura della chiave pubblica, si potrebbe essere vittima di un inganno a monte.
A cosa serve la crittografia
La crittografia è fondamentale per proteggere la propria privacy e per garantire la sicurezza dei propri dati. È infatti utilizzata dalla maggior parte delle app di messaggistica, dai provider di posta elettronica, dai fornitori di VPN, dai servizi cloud, ecc. Si tratta anche di un elemento fondamentale in ambito aziendale, dove proteggere i dati è sempre una priorità.
L’uso della crittografia non deve spaventare: si tratta di una soluzione per la sicurezza molto utilizzata, con cui tutti hanno avuto a che fare senza probabilmente nemmeno rendersene conto. Quando si naviga su Internet, ad esempio, molte pagine sono protette da crittografia: le si possono riconoscere solitamente dalla presenza di un lucchetto nella barra degli indirizzi. In particolare, usano la crittografia (o dovrebbero farlo) tutti quei siti in cui è richiesto all’utente di inserire dati personali.
Un altro esempio tipico è quello delle connessioni Wi-Fi: quando si protegge la propria rete con una password, non si sta facendo altro che crittografare l’accesso alla rete. O, ancora, ogni volta che si invia un messaggio tramite WhatsApp, questo verrà crittografato. In questo caso si parla di crittografia end-to-end, un tipo particolare di crittografia in grado di garantire che soltanto mittente e destinatario siano in possesso delle chiavi di cifratura necessarie.
Utilizzare la crittografia permette quindi di proteggere i propri dati da occhi indiscreti, quindi anche da potenziali attacchi hacker. Non solo: effettuando con regolarità il backup dei propri dati e proteggendolo con una chiave di cifratura, è possibile anche limitare i danni derivanti da eventuali attacchi ransomware, in quanto sui dati così protetti anche il malware non è in grado di agire.
Articolo pubblicato il giorno 15 Luglio 2021 - 14:55