Al Convitto Nazionale di Napoli si entra col green pass
Il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli, una platea di oltre mille alunni e una ricca offerta formativa che va dai 3 ai 18 anni, chiederà la presentazione del green pass all’avvio del prossimo anno scolastico.
In assenza di una direttiva chiara, è tra le prime scuole a richiederlo.
“Nessuna pretesa perentoria – si affretta a precisare il dirigente scolastico, la professoressa Silvana Dovere, alla guida dell’istituto da quattro anni – solo un invito alla collaborazione per garantire condizioni migliori agli studenti“.
L’appello, o meglio l’invito, come lo definisce il rettore del Convitto, rivolto
alla platea scolastica, docenti compresi, nasce da una circolare del Miur in cui si sottolinea come in presenza del 60% di vaccinati potrebbe essere possibile un allentamento delle misure di distanziamento. Tradotto, un ricorso ridotto alle mascherine, e spazi gestiti con meno stress.
“Nessun censimento – sottolinea il rettore Dovere – né un’ingerenza nella liberta’ di scelta dei singoli di vaccinarsi o meno. Semplicemente la necessità di attenerci alla circolare del Miur. Di qui la nostra iniziativa che va intesa come un preavviso – nulla di coercitivo – per metterci nelle condizioni di sapere se raggiungiamo quota 60% di vaccinati. Fermo restando – aggiunge – che da qui al primo settembre le cose potrebbero cambiare e qualunque nostra iniziativa sarà sempre in linea con le indicazioni che dovessero pervenire dalle autorità preposte“.
Al momento non si registrano reazioni da parte della platea interessata. Eppure la richiesta del green pass poteva essere interpretata da alcuni come una invasione di campo.
“Non è questo il caso – spazza via i dubbi la docente – . Siamo tutti molto stanchi e capisco che un argomento delicato come questo possa prestarsi a facili strumentalizzazioni, ma a noi non interessa contare i no vax quanto capire il numero dei vaccinati per poter organizzare al meglio le nostre attività Ecco perché ci è sembrato utile avvisare l’utenza che è già vaccinata, e quella che intende farlo durante l’estate, in vista della riapertura di settembre “.
Logiche organizzative ampliate dal fatto che il Convitto ospita tra le propria mura un centinaio di studenti fuori sede che vivono l’istituto h 24.
“I ragazzi mangiano assieme – ricorda il rettore Doveri – e questo comporta delle responsabilità in più. Il distanziamento è importante. Non solo nelle aule o nei laboratori, attività per le quali non è previsto l’uso della mascherina, ma anche per la refezione. Ecco perché – conclude – una deroga alle attuali linee con il ricorso a parametri più elastici farebbe la differenza nell’interesse dei ragazzi“.
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