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Alle 9, presso la casa funeraria Parini, Giusi e Vincenzo Gualzetti hanno aperto la camera ardente a Bazzano, per ricordare la loro amata figlia. E dalle 9 è un via vai costante di persone, amici, familiari e conoscenti della famiglia Gualzetti e di Chiara, la quindicenne uccisa da un coetaneo domenica 27 giugno a Monteveglio, in provincia di Bologna.
Dietro al feretro di Chiara Gualzetti, in camera ardente, un maxi schermo ne mostra le foto montate in un video.
La famiglia ha deciso di lasciare il feretro aperto dopo che ieri sera il papà Vincenzo in un post su Facebook aveva scritto che la bara sarebbe stata chiusa per “causa dei danni subiti nonostante la preparazione di mia figlia c’era davvero niente come somiglianza… mi sembrava di vedere una persona che non conoscevo. Per questa ragione abbiamo deciso di fare la camera ardente a bara chiusa in modo che chi la conosceva la ricorderà com’era e chi non la conosceva non dovrà vedere una persona completamente diversa da come era lei”.
Chiara è vestita in abiti medievali, quelli che spesso indossava quando imbracciava l’arco e le frecce, la sua passione. Gli abiti medievali “per l’amore e la passione” dice il papà. In sottofondo, brani che la ragazza amava ascoltare. In particolare la Donna Cannone di De Gregori, e Pino Daniele. “Lei era nata a Bologna, ma sentiva molto il legame con Napoli” dice la mamma Giusi. Napoli è la terra d’origine dei genitori che 17 anni fa hanno lasciato la Campania per trasferirsi in provincia di Bologna. A Monteveglio erano rimasti per dare un futuro più sereno alla figlia.
Ma il 27 giugno scorso, il loro mondo è crollato. Chiara Gualzetti è uscita con un coetaneo e non è più tornata. Ritrovata uccisa con due coltellate al petto nel Parco dell’Abbazia a circa un chilometro dalla villetta dove i Gualzetti abitano. Il coetaneo che ha ucciso la 15enne è in carcere per omicidio.
“Ora deve pagare, se ci avesse detto che non stava bene l’avremmo aiutato” ha detto nei giorni scorsi la madre del ragazzo in carcere. La giustizia farà il suo corso. Ora è il momento di ricordare Chiara e la sua breve vita. Lo stanno facendo i genitori Giusi e Vincenzo ogni giorno.
Ricordare Chiara Gualzetti con gesti importanti, “per evitare che si spengano i riflettori” e per “dare un senso alla vita” ha detto Vincenzo Gualzetti stamane. Considera quello di sua figlia “un femminicidio”, e per questo l’idea e’ di ricordarla con un atto importante, come un aiuto a donne vittime di violenza, oppure con un sostegno ai ragazzi, alle prese con nuove fragilita’.
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Chiara coi lunghi capelli e i suoi boccoli, sorridente, poi Chiara con una treccia in mano da donare ai bimbi colpiti da tumore. “Questa era la generosita’ di mia figlia – dice papa’ Vincenzo – Quando ha saputo che l’Ageop (Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica, ndr) raccoglieva capelli per i bambini che avevano bisogno di parrucche, dopo tanti anni di cure di quei capelli ha deciso spontaneamente di tagliarli e di donarli”. Per questo “merita di essere ricordata con atti importanti, faremo qualcosa di generosità”.
Per l’ultimo saluto ci sara’ anche una compagnia di arcieri. Intanto il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, su Facebook ringrazia tutti coloro che hanno partecipato a una raccolta fondi per la famiglia Gualzetti che si chiudera’ domenica.
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