“Cent’anni senza Caruso” il recital per una voce senza tempo, ideato da Giuseppe Schirone, presidente dell’Accademia Internazionale Enrico Caruso, si terrà il prossimo 3 agosto alle 20, presso la Sala Italia del Castel dell’Ovo, proprio di fronte all’Hotel Vesuvio dove il 2 agosto 1921 il più grande tenore di tutti i tempi si spense a soli 48 anni.
Una voce e un talento ancora oggi ineguagliato, che ebbe il merito di portare in tutto il mondo la canzone classica napoletana e farla diventare un “cult”, ovvero patrimonio artistico riconosciuto in seguito persino dall’Unesco, oltre che affermarla nella sua unicità, scrivendo una pagina della storia della musica e dando immensa rilevanza alla nostra terra e al nostro patrimonio culturale.
“Ci piace ricordare anche l’uomo Caruso, Don Enrico, come molti lo chiamavano – afferma Giuseppe Schirone, presidente dell’Accademia Internazionale Enrico Caruso – un figlio del popolo e, per questo, un uomo semplice e dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare i bisognosi che, nonostante il successo, la ricchezza e la fama mondiale, non dimenticò mai le sue umili origini e fu sempre portavoce e sostenitore dei più deboli. Come dimostra il fatto che ogni volta che tornava a Napoli dopo una delle sue tournée all’estero, c’era sempre una folla immensa ad accoglierlo, onorarlo e festeggiarlo, fiduciosa che non sarebbe mancata la generosità di Don Enrico”.
In quest’ottica nasce il recital del 3 agosto, “affinché possa interpretare la volontà di risveglio e di resilienza che abbiamo in questo momento tutti noi, desiderosi di buttarci alle spalle la tristezza con la quale abbiamo vissuto da oltre un anno e mezzo e di voler riprendere a vivere, con la musica e con le cose più belle che la nostra città sa offrire”, conclude Schirone.
Ad eseguire i brani più belli della canzone classica napoletana e le più famose arie d’opera del repertorio di Caruso saranno il tenore Enrique Parra, accompagnato al pianoforte da Fabio Espasiano, al mandolino da Daniele Galasso e dalla voce recitante di Davide Montella. Al pianoforte Eugenio Fels.
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