C’è un testimone chiave nell’inchiesta sul bus caduto su un lido di Capri la settimana scorsa e che ha portato alla morte il conducente 33enne Emanuele Melillo.
L’uomo racconta di quanto e come avesse provato fino all’ultimo ad evitare il peggio.La notizia viene riportata oggi dal quotidiano Il Mattino.
“Era come se la ruota fosse uscita fuori dall’asse, come se avesse urtato contro un marciapiede” […] “Non c’è stato malore – chiarisce il teste che si definisce un miracolato -, il conducente non ha avuto un mancamento, ma ha resistito fino alla fine, ha provato con tutte le sue forze a raddrizzare la corsa del mezzo, che nel frattempo era sbandato“.
Emanuele Melillo, quindi secondo la testimonianza, avrebbe fatto di tutto per evitare che il bus precipitasse.
Intanto l’inchiesta condotta dal pm Giuseppe Tittaferrante, magistrato in forza al pool guidati dall’aggiunto Simona Di Monte che sta valutando l’ipotesi del disastro colposo
E sempre a proposito del tentativo di evitare la caduto il testimone ha detto ancora: “Ho guardato l’autista, come se avessi voluto chiedergli cosa stesse accadendo. L’ho visto manovrare con forza il volante, tanto che si è appoggiato sulla sua sinistra per fare leva con il corpo e provare a far girare il volante. Non ce l’ha fatta. Siamo precipitati e, solo alla fine, il bus si è girato su se stesso“.
Intanto la Procura ha deciso il prelievo con un elicottero del minibus precipitato giovedi’ scorso su uno stabilimento balneare di Capri. L’operazione, malgrado sia particolarmente complicata, puo’ essere portata a termine grazie a una corretta sinergia tra tutte le componenti in gioco. L’obiettivo e’ sollevare il minibus e trasportarlo in volo fino al porto turistico da dove poi verra’ imbarcato verso Napoli e quindi nella location prescelta per gli accertamenti peritali determinanti per fare luce sulla tragedia che conta un morto, l’autista, Emanuele Melillo, e 23 feriti.
Il sopralluogo di ieri mattina ha avuto l’obiettivo di delineare gli aspetti dell’operazione che appare complicata ma non impossibile. Il titolare del fascicolo ha scelto come consulente l’ingegnere Alessandro Lima, professionista piuttosto noto, che, tra l’altro, si e’ gia’ occupato delle perizie disposte dalla Procura di Avellino in occasione della cosiddetta strage del viadotto Acqualonga, avvenuta la sera del 28 luglio 2013, lungo l’autostrada A16 nei pressi di Monteforte Irpino in provincia di Avellino quando un pullman di pellegrini provenienti da una gira, e’ precipitato nel vuoto causando la morte di 40 persone. Secondo quanto si apprende sara’ anche necessario inibire alla navigazione un tratto di mare.
Articolo pubblicato il giorno 29 Luglio 2021 - 11:10