Ci sarebbero delle immagini del sistema di videosorveglianza della caserma della Guardia di Finanza di Capri che potrebbe aver ripreso i momenti della caduta del bus nella scarpata.
L’incidente ha causato la morte dell’autista 33enne originario del rione Sanità a Napoli, Emnauele Melillo e il ferimento di 23 passeggeri di cui 4 in gravi condizioni. Le immagini potrebbero essere fondamentali per ricostruire la dinamica dell’accaduto.
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Mentre va avanti l’inchiesta della magistratura e mentre si dovrà aspettare il responso dell’autopsia per chiarire le cause della morte di Emanuele Melillo l’Asl Napoli 1 ha predisposto anche un servizio di supporto psicologico mirato a favorire l’espressione delle emozioni finalizzando tale aiuto a ridurre il rischio di disturbi post-traumatici.
I pazienti per i quali si è reso necessario il ricovero presentano politraumi a dinamica maggiore con fratture multiple dello scheletro in più distretti, sospette lesioni vascolari dei distretti toracoaddominali, policontusioni multiple, escoriazioni multiple, ferite lacero contuse multiple. Gli otto pazienti con probematiche meno gravi, nonostante la valutazione di ricovero per l’osservazione conseguenziale all’incidente, lo hanno rifiutato.
La gestione dell’assistenza sanitaria, conclude la nota dell’Asl, è stata garantita attraverso il Servizio Emergenza regionale 118 Napoli 1 e in sinergia con le Istituzioni locali e “con il grande impegno di tutte le professionalità che hanno operato con il Servizio 118 Napoli 1, presso l’Ospedale Capilupi e l’Ospedale del mare ai quali va un sentito ringraziamento per la pronta disponibiilità e la competenza dimostrata sul campo operativo”.
“E’ stato un volontario del corpo militare volontario di Croce Rossa, una persona speciale, sempre pronta ad aiutare gli altri”
. Cosi il capitano Raffaele De Rosa, comandante del Naapro di Napoli, del Corpo militare della Croce Rossa Italiana ricorda Emanuele Melillo, il giovane conducente del bus morto nell’incidente avvenuto nella mattinata di oggi a Capri. “Alla famiglia di Emanuele – dice commosso De Rosa – vogliamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra vicinanza” .“Mi dispiace moltissimo. Il mio pensiero va ai feriti e alle vittima. Quelle stradine di Capri sono pericolose, bisogna essere esperti per percorrerle con quei mezzi”.E’ stato il commento sull’incidente da parte di Peppino di Capri alle agenzie di Stampa.
Faceva il pendolare dal rione Sanità di Napoli, per andare a lavorare sull’isola azzurra dove era impiegato all’Atc, l’azienda trasporti caprese. “Aveva un contratto a tempo determinato, di tipo stagionale – riferisce Franco Chierchia, delegato Usb in Atc – ma data la carenza di organico riusciva a lavorare quasi tutto l’anno. Era un lavoratore esperto che conosceva le strade dell’isola”.
Ecco perche’ l’ipotesi al momento piu’ accreditata, in attesa dell’autopsia, e’ che Emanuele abbia avuto un malore mentre era alla guida del mezzo, e che dunque ne abbia perso il controllo, anche perche’ nel tratto in cui si e’ verificato l’incidente la carreggiata e’ rettilinea e molto stretta.
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Il bilancio della tragedia poteva essere peggiore e c’e’ chi invoca la mano di San Costanzo: “Ancora qualche metro e il bus sarebbe finito sulle cabine doccia dello stabilimento”, osserva un testimone. “Per quel vialetto – commenta Leonardo Rusciano che ha in concessione la vicina spiaggia pubblica – tempo una ventina di minuti, sarebbero passati i bambini della colonia estiva che stavano da noi. Sarebbe stata una strage. Nella disgrazia, e’ stato un miracolo se non e’ andata peggio”.
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