Yari Gugliucci e Clotilde Sabatino debuttano, per il Campania Teatro Festival, alle 21 nella Manifattura della Porcellana (Porta Miano), con “L’ombra di Totò”, di Emilia Costantini, uno spettacolo adattato e diretto da Stefano Reali (in replica domenica 11), per le scene di Carlo De Marino. La storia di Dino Valdi, un uomo sconosciuto ai più ma che per molti anni è stato a fianco del grande Totò: lo ha seguito, sostenuto e spesso sostituito, soprattutto negli anni più difficili della sua malattia agli occhi.
Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) ne è stato infatti la controfigura, affezionata e devota. Durante il funerale, il secondo dei tre che furono celebrati in onore del defunto, Valdi viene avvicinato da una giornalista del quotidiano “Il Mattino” di Napoli che, incuriosita dalle urla e dagli svenimenti, gli chiede di rilasciargli un’intervista, proprio per raccontare, a modo suo, la vita del Principe della risata.
Lo spettacolo teatrale è un’intervista immaginaria, che intende tracciare una biografia non autorizzata. La vita di Totò viene raccontata in maniera assolutamente inedita da colui che ne ha rappresentato l’ombra. L’umile Dino diventa, almeno una volta nella sua vita, improvvisamente e inconsapevolmente protagonista assoluto di una storia che non è la sua.
Al Belvedere di San Leucio, ore 21, arrivano Alessio Boni e Alessandro Quarta in prima assoluta con L’uomo che oscurò il Re Sole – Vita di Molière, scritto e diretto da Francesco Niccolini. Una doppia narrazione per voce e musica, sulla vita, le disavventure e la morte del più grande attore e autore del Seicento francese: Molière.
Lo fa insieme ai suoi dèmoni e al suo teatro, come una strepitosa, lunghissima e tragicomica storia d’amore. Molière, però, è un figlio di nessuno, uno di quei giovani che non ha un titolo aristocratico e si forma studiando. Molière è molto più di qualcuno. Diventa amico intimo di Luigi XIV, il Re Sole, uno dei sovrani più famosi della Storia, e la sua vita è una incredibile summa di avventure e soprattutto rocambolesche disavventure, fiaschi clamorosi e ancora più clamorosi successi, grandi amori, gelosie, atroci sospetti di incesti, spettacoli sublimi dalla risata amara, coraggiosi e taglienti.
Molière aveva trovato nella farsa e nella commedia il terreno perfetto che gli permise di fare grandi affreschi del suo tempo, della società parigina e di corte, affreschi infarciti di critiche feroci a molte delle più potenti lobby del tempo: ridicole e potentissime signore da salotto, mercanti vecchi e avidi, filosofi, nobili cortigiani falsi corrotti e ipocriti, preti farisei, e soprattutto dottori arroganti e incapaci.
Alle 21 sul palco Praterie della Capraia (Porta Miano) del Museo e Real Bosco di Capodimonte, “Amen – in forma di concerto per voci ed elettronica”, il primo testo teatrale dello psicanalista Massimo Recalcati , a cura di Valter Malosti, che viene presentato in anteprima dal suo stesso autore che ne racconterà la genesi, accompagnato da una selezione di brani dell’opera in forma di concerto per le voci di Marco Foschi, Federica Fracassi e Danilo Nigrelli, e i suoni di Gup Alcaro e la chitarra elettrica di Paolo Spaccamonti. Il progetto sul suono e le voci diventano dunque protagoniste assolute, in una creazione autonoma pensata come una sorta di installazione sonora (in replica domenica 11, ore 20).
Nel Cortile della Reggia (Porta Grande) di Capodimonte alle 21, Peppe Miale dirige “Muratori” di Edoardo Erba. Interpreti Massimo De Matteo, Francesco Procopio e Angela De Matteo, scene di Luigi Ferrigno, costumi di Alessandra Gaudioso, musiche di Floriano Bocchino (in replica domenica 11).
In una notte infinita e sospesa, due muratori sono al lavoro in un teatro abbandonato per chiudere con un muro il palcoscenico, che dovrà essere annesso al supermercato confinante.
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È un abuso, bisogna lavorare in fretta, e i due si impegnano con tutte le loro forze per finire prima che venga il giorno. Ma il teatro è un luogo magico, e profanarlo significa scatenare presenze nascoste, irrazionali, capaci di scavare voragini di emozioni nel cuore dei due ignari manovali.
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