«La curva epidemica della variante Delta è in lenta ma progressiva ascesa: non siamo in una situazione allarmante, ma è lecito immaginare che con la fine dellâÂÂestate possa aumentare notevolmente il rischio di nuovi contagi, soprattutto per gli operatori sanitari, per i professionisti costantemente a contatto con i soggetti fragili nelle realtàospedaliere.
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In questâÂÂottica di nuova recrudescenza del virus, preoccupano non poco i casi dei quattro infermieri di Gela, tutti sottoposti a seconda vaccinazione lo scorso gennaio, e oggi nuovamente contagiati dal Covid.
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Non possiamo, come sindacato nazionale degli infermieri, non esprimere la nostra preoccupazione, dal momento che notiamo palesemente la mancanza di un piano strategico uniforme rispetto a quegli operatori sanitari a rischio, giÃÂ sottoposti alla seconda somministrazione
Non ci dimentichiamo che alcuni mesi fa è stato proprio il Ministero della Salute, in sinergia con lâÂÂIstituto Superiore della Sanità, ad indicare una validitàdi sei mesi per i vaccini
Cosa succederàadesso? Sottoporremo gli infermieri e gli altri operatori sanitari a una terza dose?û Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
ëLa Variante Delta fin ora ha colpito 104 paesi nel mondo e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanitàinvita alla prudenza estrema. Ci appare chiaro che in questo contesto di costante crescita del âÂÂnuovo virusâÂÂ, se così possiamo definirlo, saranno nuovamente gli infermieri, giàprofondamente vessati da mesi di battaglie, la categoria più a rischio.
Come Sindacato Nazionale degli Infermieri condividiamo e diamo impulso al percorso indicato dallâÂÂOms, che invita a non abbassare la guardia e a non abbandonare del tutto le restrizioni
LâÂÂOms del resto non si nasconde e nel suo report settimanale mette in evidenza come per la fine di agosto si potrebbe giàavere un picco dei contagi di variante Delta
Ancora una volta invitiamo tutte le parti in causa, Ministero della Salute, Governo, Regioni a instaurare, prima che sia tardi, un dialogo costante con i rappresentanti del mondo dei professionisti della salute, che porti a un piano mirato, fatto di screening e prevenzione.
Appare evidente come tutti gli infermieri e tutti i medici che sono stati giÃÂ vaccinati tra gennaio e febbraio vadano monitorati con attenzione. Aspettiamo di vedere indicata la via da seguire, e se gli infermieri italiani avranno o meno la necessitÃÂ di essere sottoposti a una terza dose. Si faccia chiarezza in tal senso.
DâÂÂaltronde, evitare gli errori madornali commessi tra la prima e la seconda ondata dovrebbe essere, ovviamente, il leit motiv al quale fare riferimento, nella speranza che questa pandemia qualcosa ci abbia davvero insegnatoû.
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