“Facciamo 360 sequenziamenti completi a settimana e abbiamo il polso della variante Delta, al momento abbiamo 82 infetti, di cui solo due in ospedale. Il 10% di questi avevano già fatto una dose di vaccino, ma solo un paio di giorni prima dell’infezione”.
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Questo il quadro della variante Delta in Campania delineato da Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico che si occupa della caccia alle nuove varianti insieme al Tigem e al Cotugno. Una ricerca che parte da lontano: “Abbiamo fatto finora – spiega Limone all’ANSA – 16.500 sequenziamenti, scegliendoli in maniera diversa rispetto all’Istituto Superiore di Sanità, seguendo un nostro percorso con grande attenzione.
La Campania è la Regione che sequenzia più pazienti per cercare le diverse variazioni del virus, abbiamo una forte responsabilità perché siamo una Regione di alta densità abitativa e non possiamo perdere il polso”.
“Il 70% viene fatto sui territori – spiega Limone – partendo dai Comuni mentre il 30% su ospedali, in particolare i ricoverati al Cotugno per capire la gravità dei sintomi delle varianti. Negli ultimi giorni è emersa la variante Delta che sta correndo con 82 positivi, stiamo osservando lo stesso comportamento della variante inglese che nel giro di pochi giorni sostituì la variante europea. Quasi tutti i positivi alla delta sono dell’Asl Napoli 3, il 90% di loro ha tosse, poca febbre, poco più di un raffreddore. Due persone con la variante delta sono invece ricoverati in ospedale si tratta di un uomo di 57 anni in terapia subintensiva e di una donna di 25 anni che è in reparto, entrambi non vaccinati”.
Il vaccino dà quindi risposte contro la variante delta al momento: “E’ chiaro – spiega Limone – che se una variante trova una fetta di popolazione sguarnita di vaccini si allarga, trova spazio. La vera partita al momento si gioca proprio con la vaccinazione, perché l’obiettivo è mantenere le varianti sotto l’ombrello vaccinale. Il virus muta quando sa di trovare spazi ed è importante farci trovare vaccinati. Capisco che una parte della popolazioni ha ancora dubbi e diffidenze, ci sono stati anche avvenimenti non incoraggianti, ma ognuno deve fare una riflessione su quello che può capitargli con o senza vaccino e secondo me così si fugano i dubbi”.
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L’alta contagiosità della variante delta manda, secondo Limone, anche un messaggio sull’uso della mascherina: “Resta uno strumento di protezione – spiega – basta guardare come la mascherina ha ostacolato l’influenza stagionale quest’anno che praticamente non c’è stata. Questa variante ha una maggiore contagiosità quindi l’indicazione è chiara. E’ ovvio che se sono in montagna a fare una passeggiata sarebbe stupido tenerla, ma se sono in una strada piena di gente bisogna averla in viso, dimenticando il caldo, il fastidio, il sudore. La mascherina protegge e ci accompagna anche verso l’autunno, in cui vogliamo avere una situazione epidemiologica diversa dall’anno scorso. E’ vero si suda, ma tenerla quando serve è un atto di responsabilità collettiva”.
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