La Campania, al momento, è la regione d’Italia nella quale si registra il maggior numero di casi di Variante Delta, con 83 nel Vesuviano di cui 44 solo a Torre del Greco.
E proprio dalla città del corallo il primo cittadino, Giovanni Palomba ha spigato in una nota diffusa sulla sua pagina ufficiale facebook che dei 44 contagiati 12 già sono guariti.Dei 32 positivi solo 7 avevano ricevuto la somministrazione vaccinale limitatamente alla prima dose.
“Il Comune di Torre del Greco- spiega Palomba– fa sapere che tutti i positivi alla variante Delta sono in condizioni non gravi e sotto monitoraggio e controllo costante della Asl Napoli 3 Sud, competente sul territorio vesuviano”.
Intanto dalla Sardegna si segnalano 15 casi nel Sassarese e 3 nel Teramano. Almeno cinque, al momento, i casi emersi in Abruzzo. Nel Teramano, all’origine del focolaio, che interessa un gruppo di giovani, ci sarebbe la partecipazione a una festa che si e’ svolta in un locale della costa. Si aggiungono a quelli segnalati dalla banca dati genetica internazionale Gisaid in Piemonte, Trentino Alto Adige, Veneti, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Puglia, Sicilia e Lazio.
Quest’ultima regione ha deciso di anticipare i richiami delle vaccinazioni con AstraZeneca per garantire, con due dosi di vaccino, una migliore protezione contro la variante Delta. E’ ormai chiaro che c’e’ una corsa contro il tempo perche’ i dati finora disponibili indicano una crescita di tipo esponenziale e le sequenze depositate sono ancora molto poche.
“Il quadro che emerge solo da questi dati, peraltro parziali, e’ preoccupante, considerando che dobbiamo aspettarci numeri progressivamente e costantemente piu’ alti, con il deposito di ulteriori virus sequenziati”, ha detto il presidente del Ceinge-Biotecnologie Avanzate di Napoli, Pietro Forestieri.
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Mentre si attendono i dati della nuova indagine rapida dell’Istituto Superiore di Sanita’, si mettono a punto tecnologie piu’ efficienti e meno coste per ottenere le sequenze genetiche del virus. E’ il caso della COVseq, messa a punto all’Istituto Karolinska di Stoccolma dall’italiano Nicola Crosetto, in collaborazione con l’Istituto di Candiolo FPO-IRCCS e Ospedale Amedeo di Savoia di Torino.
Articolo pubblicato il giorno 23 Giugno 2021 - 22:45