I carabinieri stanno ricostruendo quanto accaduto stamane poco dopo le 7,30 nell’area industriale di Biandrate, nei pressi di Novara, davanti ai cancelli del magazzino di zona della catena di supermercati Lidl, dove è stato investito da un camionista il sindacalista dei SiCobas. L’uomo che è in stato di fermo ha 35 anni ed è di origine campane.
Un gruppo di una ventina di lavoratori organizzati dal SiCobas di Novara ha dato vita a un presidio di protesta, nell’ambito di uno sciopero nazionale del settore. Tra loro c’era anche Adil Belakhdim, cittadino italiano di origini marocchine, coordinatore dei SiCobas Lavoratori Autorganizzati di Novara, 37 anni, due figli.
Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil di Novara, che si trovava sul luogo della morte del sindacalista ha raccontato che ci sarebbe stata una discussione tra il conducente di un camion e i manifestanti. “I lavoratori presenti – racconta Fasulo – mi hanno parlato di una discussione a seguito della volonta’ del camionista di forzare il presidio”.
Sempre secondo le testimonianze raccolte, il sindacalista sarebbe stato travolto e trascinato per una decina di metri, fino all’altezza del passaggio pedonale: per questo nei primi minuti si era immaginato che stesse attraversando la strada. Dopo l’urto, il camionista si e’ allontanato cercando di far perdere le proprie tracce, ma e’ stato rintracciato grazie alle immagini della videosorveglianza del magazzino ed e’ stato bloccato dai carabinieri pochi minuti dopo nell’area di servizio dell’autogrill di Novara, tra i caselli di Novara Est e Novara Ovest sulla A4. L’uomo è stato poi portato in caserma, per essere ascoltato dai carabinieri del Comando provinciale di Novara.
Al momento nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti. Sul luogo dell’incidente c’e’ tensione tra i manifestanti. Uno di loro, che si trovava vicino alla vittima quando e’ stata investita dal camion, si e’ sentito male e, sotto choc, e’ stato soccorso dal personale del 118.
“Quel camion lo ha trascinato per una ventina di metri, il conducente non puo’ non essersene accorto”: dicono i lavoratori che hanno assistito all’incidente. Il camion ha urtato anche altri due manifestanti, ferendoli, che si trovano ora in ospedale. Per fortuna le loro condizioni non sono gravi.
Adil Belakdim ed era coordinatore dei Si Cobas di Novara. L’organizzazione sindacale di base si dice convinta che sia stato “assassinato” e che la sua morte non sia conseguenza di un tragico incidente. “E’ stato ammazzato da un camion che ha forzato il presidio all’esterno all’esterno del magazzino investendo i lavoratori”,
si legge sulla pagina Facebook di Si Cobas Lavoratori Organizzati.Condanna decisa per la tragedia di Biandrate e impegno “in ogni sede, sia istituzionale sia con azioni sindacali concrete, affinche’ sia fatta luce e giustizia su quanto avvenuto”. E’ la posizione di Cgil e Uil di Novara e del Verbano Cusio Ossola, unitamente alle organizzazioni di categoria Filcams e Uiltucs sulla morte del giovane sindacalista.
“Filcams e Uiltucs – si legge in una nota del sindacato – hanno denunciato alla Lidl da tempo le condizioni lavorative chiedendo risposte e soluzioni che sono state puntualmente disattese dall’azienda. Il clima di esasperazione e di malessere e’ il frutto dell’indolenza e del muro di gomma innalzato dall’azienda nei confronti dei lavoratori”. “La Filcams Cgil e la Uiltucs Uil – conclude la nota – hanno immediatamente proclamato lo sciopero per l’intera giornata odierna e per le giornate di sabato e domenica”.
La CUB esprime la massima solidarietà e al tempo stesso la propria indignazione dopo la morte di Adil Belakdim. “La morte tragica di Adil Belakdim è un omicidio sul lavoro – denuncia Marcelo Amendola, segretario nazionale Cub -, una morte che ci indigna. In questo paese si perde la vita per difendere i propri diritti. E’ questa la drammatica realtà che noi tutti consideriamo inaccettabile”.
“Un altro sindacalista della logistica è stato ammazzato mentre manifestava durante lo sciopero generale del settore convocato da SiCobas, USB, Adl e altre organizzazioni del sindacalismo di base dopo l’aggressione alla Zampieri di Lodi. Adil, coordinatore del SiCobas di Novara è stato volontariamente travolto da un camion che lo ha trascinato per molti metri ed è poi fuggito. La polizia lo ha però poi rintracciato”
si legge in una nota dell’Unione Sindacale di Base.“La ferocia del capitale e del profitto fanno quindi un’altra vittima proprio nella logistica, il settore di punta del conflitto di classe nel nostro paese, dopo l’analogo omicidio che uccise nel 2016 il sindacalista USB Abd El Salam a Piacenza. A questa escalation va data una risposta di lotta generale determinata e unitaria. USB, nell’esprimere la propria incondizionata solidarietà alla famiglia di Adil, al SiCobas e a tutti i lavoratori impegnati nelle lotte in corso invita tutti propri militanti e tutte le strutture a mobilitarsi immediatamente in tutto il Paese”.
Cordoglio e indignazione è stato espresso da tutto il mondo politico anche il presidente Mario Draghi ha condannato l’episodio avvenuto stamane a Novara. La morte del sindacalista ha riportato al centro del dibattito la questione lavoro, le condizioni dei lavoratori della logistica e la sicurezza.
Il caso del sindacalista Cobas morto stamattina investito da un camion davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate, in provincia di Novara, ricorda un episodio simile accaduto a Piacenza. Nel settembre 2016 Abd Elsalam Ahmed Eldanf, facchino 53enne di origine egiziana, fu travolto da un tir all’esterno di una ditta piacentina di logistica mente era in corso una vertenza tra il sindacato Usb e i vertici dell’azienda, la Gls.
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Un episodio al centro di polemiche perche’ per la procura si era trattato di una fatalita’, un incidente, mentre il sindacato di base lo denuncio’ come “omicidio padronale”. Il 53enne fu investito e ucciso sul colpo da un tir che stava uscendo dopo le normali operazioni di carico, davanti ad altri operai che si trovavano di fronte ai cancelli, e alla polizia sul posto a causa della tensione di quei giorni per la vertenza in atto.
Per la Procura il camionista che stava svoltando non si accorse dell’operaio che, per protesta, stava andando incontro al suo mezzo per fermarlo. Il camionista, poi finito a processo per omicidio colposo, e’ stato assolto nel luglio 2020 al termine del processo di primo grado.
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