Prosegue alla Reggia di Caserta, diretta da Tiziana Maffei, con l’avvio del restauro dell’installazione del grande fotografo americano Robert Mapplethorpe (New York, 1946 – Boston, 1989), l’attività di “conservazione programmata” della collezione Terrae Motus.
L’intervento, come previsto dal bando con il quale è stato selezionato il progetto, sarà effettuato all’interno del Laboratorio di Restauro della Reggia di Caserta, e verrà eseguito dalla SMP Photo Conservation Studio di Sandra Maria Petrillo, professionista con esperienza decennale nella conservazione e nel restauro di opere fotografiche.
Per Terrae Motus, la collezione ideata dal gallerista napoletano Lucio Amelio dopo il sisma in Irpinia nel 1980 e donata alla Reggia, Mapplethorpe realizzò nel 1983 una serie di cinque fotografie di grande formato, sulle tematiche della vita e della morte, intitolate “Denis Speight with Thornes”, “Jack with Crown”, “Skull and Crossbones”, “Jill Chapman” e “Dennis Speight with Flowers”. Chiari i riferimenti ai simboli della passione di Cristo, quali la corona di spine in “Jack with Crown” e il profilo della Maddalena in “Jill Chapman”. Tutte le immagini sono state realizzate nello studio newyorkese dell’artista, ad eccezione del pannello centrale “Skull and Crossbones”.
Esso mostra uno dei due cippi con teschio ed ossa posti all’entrata della chiesa barocca di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, fotografato da Mapplethorpe durante il suo soggiorno napoletano. Come in tutte le altre opere dell’artista, anche questa serie richiama in maniera evidente lo stile dei ritratti ottocenteschi e quelli della fotografia di moda del Novecento.
Caratteristica delle immagini è l’uso del bianco e nero con un’ampia scala tonale.
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Le stampe sono state realizzate, con tutta probabilità, da Tom Baril, storico stampatore con cui Mapplethorpe collaborava fin dal 1979. L’opera, insieme ad altre appartenenti alla collezione Terrae Motus, fu esposta prima a Boston, all’Institute of Contemporary Art, nel novembre 1983, poi a Villa Campolieto (Ercolano) nel 1984. Il restauro dell’installazione si inserisce nel processo di riallestimento della collezione Terrae Motus all’interno della Reggia di Caserta.
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