La novità che emerge dalla sentenza emessa dalla prima sezione penale del Tribunale di Torre Annunziata, (presidente Francesco Todisco) è il non riconoscimento come capo promotore del clan a Pasquale D’Alessandro, primogenito del defunto padrino Michele. Per l’ormai ex rampollo, la condanna in continuazione con precedenti sentenze è di 16 anni di carcere.
Il pm Giuseppe Cimmarotta nel corso della sua requisitoria aveva chiesto 30 anni di carcere ciascuno per Pasquale D’Alessandro e Raffaele Di Somma detto o’ ninnillo che era stato fino a quel momento uno dei killer più “prolifici” della stessa cosca di Scanzano. O’ ninnillo invece è stato quello che ha avuto la condanna più elevata ben 28 anni e con lui anche Ugo Lucchese detto “ugariello” anch’egli ex killer della cosca.
I reati contestati risalgono agli anni ’90, e tra l’altro alcuni capi d’imputazione sono vicini alla prescrizione. Il processo si era già celebrato con pesanti condanne arrivate nel 2004 ma cancellate dalla Cassazione nel 2010, che inviò nuovamente tutti gli atti alla Procura Antimafia di Napoli per ripartire dall’udienza preliminare perché non si era mai stata celebrata.
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In questo processo quasi tutti i collaboratori di giustizia hanno deciso di non testimoniare in aula. Le altre condanne a seguire 26 anni per Michele Abbrussese o’ paciarello,(parente dei D’Alessandro) e Giovanni Imparato. A 24 anni di carcere invece è stato condannato Michele Del Sorbo: a 21 anni Francesco Apadula o’ muss. Altra condanna pesante è per Antonio Rossetti ’o guappone: per lui 19 anni di carcere. Dovranno scontare 14 anni di carcere ciascuno invece Ernest Mas, parente de o’ ninnillo e l’ex pentito Ciro Avella. Un anno in meno per Antonino Esposito Sansone, mentre 14 sono gli anni inflitti a Luigi Vitale o’ mariuolo, e Alfonso Sicignano detto diabolik vittima designata e scampato alla famosa strage del Rione Cmi durante la finale di calcio dei Mondiali di Italia ’90 con 4 morti. A 12 ani di carcere è stato invece condannato Carmine Caruso detto mniello. E quindi a seguire 8 anni per Antonio Nocerino, 7 per l’imprenditore Ciro Castellano detto Cirillino che da anni si è rifugiato in Romania dove insieme con il fratello gestisce locali notturni, 6 a Nicola Martinelli e infine 5 per Luigi Polito.
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