Svolta nell’omicidio della 29enne ucraina, sparita da Orentano, una frazione di Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa e trovata morta il 20 maggio scorso in un casolare abbandonato.
Stamane, Francesco Lupino, 49 anni, arrestato a marzo scorso per l’omicidio della ragazza ucraina ha confessato il delitto dopo 9 ore di interrogatorio.
“Sì, sono stato io ad ucciderla” ha detto il tatuatore fiorentino. Questa mattina Lupino è stato prelevato dal carcere, dove si trova dal 23 marzo scorso con l’accusa di omicidio volontario, e condotto negli uffici della squadra mobile della Questura di Pisa, dove è stato sottoposto ad interrogatorio, richiesto dal pubblico ministero Egidio Celano e condotto dallo stesso magistrato e dal capo della squadra mobile, il vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita.
Al termine di continue contestazioni, l’uomo, sfinito e messo alle corde, ha ammesso, alla presenza del suo legale, di aver ucciso la giovane. Lupino si è reso disponibile a collaborare appieno, spiegano dalla Questura, “con gli inquirenti per trovare gli ultimi tasselli della complessa indagine”.
La svolta nell’omicidio di Khrystyna Novak, c’è stata il 20 maggio quando il corpo della giovane, che lavorava in un night di Altopascio in provincia di Lucca, è stato trovato avvolto in un cellophane trasparente e chiuso con il nastro adesivo in un casolare abbandonato tra la vegetazione della campagna circostante Orentano, la località di Castelfranco di Sotto, dove la 29enne viveva insieme al fidanzato, Airam Gonzalez Negrim, un imprenditore di 41 anni di origini spagnole. Quest’ultimo, secondo quanto da lui confessato, era un ex socio in affari legati al traffico illecito di droga dell’assassino.
Proprio i dissidi tra i due uomini con il conseguente arresto del fidanzato della ragazza avrebbe portato Lupino ad uccidere la donna, mentre il compagno era detenuto.
Il corpo venne scoperto dopo una battuta effettuata dagli agenti della polizia di Pisa nei pressi del punto in cui il cellulare della giovane ucraina aveva smesso di trasmettere segnali il giorno della sua scomparsa. Il corpo era stato riconosciuto dell’anello che le era stato regalato dal fidanzato spagnolo e che lei portava non all’anulare ma al dito medio. A circa due chilometri di distanza dal casolare dove era stato ritrovato il cadavere, quello stesso giorno fu recuperata, in un canale, anche la pistola utilizzata per il delitto, come raccontò il quotidiano Il Tirreno, il 21 maggio scorso.
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Secondo gli investigatori della squadra mobile della questura pisana, Novak era stata uccisa con due colpi di pistola la notte del 2 novembre: Lupino aveva trasportato il corpo nel casolare che dista circa due chilometri da dove abitava la vittima, e poi si era disfatto della pistola. La ricostruzione degli inquirenti ha ora trovato conferma nella confessione resa da Lupino al pubblico ministero nel lungo interrogatorio che si è tenuto oggi.
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