La Corte di Cassazione infatti ha rigettato la richiesta di una perizia psichiatrica. L’omicidio, che scosse la Napoli bene avvenne in viale Maria Cristina di Savoia, il 28 novembre del 2016.
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L’ingegnere fu colpito da oltre settanta coltellate. Luca Materazzo, il più piccolo dei fratelli di una nota famiglia di costruttori napoletani, agì in preda a un raptus innescato dalla rabbia per motivi legati all’eredita’ del padre Lucio, morto qualche anno prima.
Gia’ il processo d’Appello non si era svolto perche’ Luca Materazzo aveva deciso di rinunciare al secondo grado di giudizio, con un telegramma spedito alla corte.
Vittorio Materazzo, ingegnere di 51 anni, fu ucciso nell”androne del palazzo dove abitava, affrontato da un uomo con un giubbotto da motociclista, pantaloni larghi e un casco integrale, in viale Maria Cristina di Savoia, a due passi da corso Vittorio Emanuele, lato Mergellina, un quartiere tranquillo. Luca fu indagato pochi giorni dopo, ma poi di lui si persero le tracce fino a quando non fu arrestato in Spagna.
Faceva il cameriere e provava a rifarsi una vita. Nel processo si e’ sempre dichiarato innocente, cambiando ben ventuno difensori. Poi la decisione di non parlare piu’.
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