Ieri il Gip del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro, al termine dell’udienza preliminare, accogliendo in toto le richieste del Pubblico Ministero della Procura partenopea, Valeria Vinci, ha rinviato a giudizio tutti e quattro gli automobilisti indagati, e ora anche imputati, per l’incidente stradale occorso l’8 aprile 2019 sulla Milano-Napoli e costato la vita a tre giovani: Antonio Esposito, 28 anni, di Afragola, la fidanzata Maria Notaro, 23, di Piazzolla di Nola, e Arcangelo D’Affitto, 23 anni anche lui, di Afragola. Si tratta dei conducenti di quattro delle sei vetture rimaste coinvolte nello scontro: M. M., 43 anni, di Napoli; E. D. M., 23 anni, di Crispano; M. D., 24 anni, di Volla; G. R., 25 anni, di Cardito.
Dovranno rispondere di omicidio stradale, con l’aggravante di aver causato la morte di più persone e per G. R. anche di essersi messo alla guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope. Il Gip ha altresì fissato per il 13 luglio 2021, alle ore 9.30, la prima udienza di un processo dal quale i familiari delle vittime si aspettano finalmente delle risposte.
Quella giustizia che purtroppo non potrà mai vedere il papà di Antonio Esposito, Giuseppe, nel frattempo prematuramente scomparso, ma in cui confidano la mamma, il fratello, la sorella e la nonna del giovane che, per essere assistiti, tramite il consulente legale Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, in collaborazione con l’Avv. del Foro di Napoli Aldo Fornari.
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Il terribile sinistro accade poco prima delle 3 di notte sulla Autostrada A/1, tra Acerra, Afragola e il bivio con l’A16, in direzione Roma-Napoli, all’altezza del km 752+160. Come ricostruito dalla sezione di Polizia Stradale di Napoli, che ha effettuato i rilievi, la Nissan Micra condotta da E. D. M., e con a bordo le tre vittime, sta procedendo sulla corsia centrale e a velocità moderata, 79 km all’ora: dal punto di vista della dinamica, il conducente dell’utilitaria non ha responsabilità, ma gli viene contestato di aver omesso di far indossare la cintura di sicurezza agli amici che trasportava, in violazione dell’art. 172 del Codice della Strada.
All’improvviso, sulla Micra piomba la Mercedes Benz 190D guidata da M. M. che, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, “sopraggiungendo a una velocità di 130 km/h, in un tratto dove il limite è 100 km/h e senza illuminazione, per negligenza, imprudenza e imperizia e in violazione degli art. 141 co. 1, 2 e 3 (sull’obbligo di regolare la velocità, ndr), 140 co. 1 (sul dovere di non costituire pericolo e intralcio alla circolazione, ndr) e 142 co. 1, 2 e 9 bis (sui limiti di velocità, ndr) del Codice della Strada”, tampona con violenza la Nissan.
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E’ l’impatto che scatena l’inferno e che, in particolare, sarà fatale a Maria Notaro. Le due vetture, in fase di sbandamento, si urtano più volte tra loro e la Micra viene scaraventata contro il new jersey di destra con una forza tale da provocare il distacco della portiera posteriore sinistra e da sbalzare fuori dall’abitacolo la ventitreenne, che è seduta nel sedile dietro sul lato sinistro, e che muore sul colpo.
E’ solo l’inizio. L’utilitaria, dopo l’urto con il new jersey viene rimbalzata all’interno della careggiata attraversandola tutta da destra a sinistra e urtando all’altezza della ruota posteriore destra una Renault Captur che sopraggiunge da tergo condotta da un 24enne di Napoli, nei cui confronti la Procura non ha ritenuto di dover procedere non ravvisando evidentemente responsabilità a suo carico e un ruolo decisivo nella complessa dinamica (così come non è entrato nell’inchiesta il conducente dell’Alfa Romeo Giulietta, un 28enne di Napoli, che è riuscito a evitare la Micra salvo centrare la Mercedes di M. M., sopravvissuto come gli altri conducenti).
Determinanti saranno invece, in particolare per Antonio Esposito e Arcangelo d’Affitto, i due successivi impatti da parte di veicoli che sopraggiungono alle spalle subiti dalla Nissan, che intanto si è finalmente fermata sulla corsia di sinistra dell’autostrada, rivolta nel senso di marcia opposto a quello iniziale: sulla piccola vettura si schiantano prima, nella sua parte anteriore, la Lancia Y guidata da M. D., facendola ri-carambolare al centro della carreggiata, e poi, colpendola sulla fiancata sinistra, il Fiat Doblò condotto da G. R. In seguito a questi due ulteriori scontri anche il ventottenne, che è seduto sul sedile posteriore sul lato destro, muore all’istante, e il 23enne riporta politraumi così gravi da non riuscire a sopravvivere: perirà dopo tre giorni di agonia all’ospedale.
Anche a questi ultimi due conducenti vengono contestate la condotta negligente, imprudente e imperita, la violazione degli art. 141 co. 1, 2, e 3 del codice della Strada e a G. R., in aggiunta, anche quella dell’art. 140 co. 1 e, soprattutto la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti essendo risultato positivo ai cannabinoidi.
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