Ai microfoni di iNews24.it, il direttore della Clinica Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, dice che “la mascherina è un presidio necessario e credo che si debba continuare ad indossarla in tutte le situazioni, all’aperto e al chiuso, dove ci siano condizioni di affollamento. È molto opportuno utilizzarle sia per le persone maggiormente a rischio sia per i giovani.
Nel caso degli anziani e dei fragili infatti, anche se sono vaccinati, non abbiamo la certezza che siano protetti completamenti. I ragazzi non vaccinati affatto, dovrebbero fare altrettanto. Tutto il resto è polemica”. Galli interviene anche sulla vaccinazione eterologa e in particolare sulla possibilità di scegliere se fare o meno la seconda dose con Astrazeneca: “Sono favorevole. Anche perché la quasi totalità delle reazioni si hanno con la prima dose della vaccinazione”, dice.
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L’infettivologo inoltre, interviene sulla necessità fatta presente dal premier Draghi, di raggiungere i 2,8 milioni di persone sopra i 60 anni che ancora non sono state vaccinate: “Temo che molte di queste persone non vogliano fare il vaccino, quindi non sarà facile raggiungerle. Bisogna continuare a fare campagna vaccinale, in modo da aumentare le adesioni e valutare se non ci siano alcune aree invisibili. Mi chiedo cioè, se alcune persone non stiano sfuggendo al vaccino a causa di un’insufficiente proposta di servizi”.
Galli ritiene anche che la variante Delta in Italia sia presente già da tempo: “Ho avuto modo di scambiare opinioni in proposito e sono convinto da tempo che in Italia già ci sia. Diventa tutto sommato, forse, solo parzialmente utile la quarantena per chi arriva dalla Gran Bretagna. Si può arrivare in Italia anche attraverso altre frontiere, quindi non c’è la possibilità di limitare eventuali arrivi. C’è però, la possibilità di circoscrivere eventuali focolai finché sono concentrati e ristretti e di procedere a un tracciamento che nelle fasi precedenti di questa pandemia non era fattibile”.
Se questa variante si stia cercando o meno, “Bisognerebbe chiederlo ai presidenti delle Regioni e ai servizi territoriali. Io lavoro in ospedale e per il momento non siamo stati sovraccaricati di pazienti con la variante Delta. Spero che questo sia un buon segnale, però il tracciamento è assolutamente necessario e mi auguro che ci sia una sufficiente capacità di attuarla nel concreto”.
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