Ieri i funerali di Seid Visin, il giovane originario dell’Etiopia adottato da una coppia di Nocera Inferiore quando aveva sette anni, che si è tolto la vita nella sua casa, a Nocera Inferiore, giovedì sera. Aveva 20 anni ed era stato una giovane promessa del calcio nelle giovanili dell’Inter e del Milan prima di tornare a casa – nel 2017 – e diplomarsi al liceo Sensale. Amava il teatro, la musica, e coltivava ancora una grande passione per il pallone giocando nell’Atletico Vitalico, una squadra di calcio a 5 di Sarno.
Un lunghissimo post di denuncia, scritto sul suo profilo Facebook nel 2018 e letto nella Chiesa di San Giovanni a Cicalesi, ieri mattina, ha smosso le coscienze degli italiani per le accuse di razzismo e i sentimenti del giovane. Seid aveva denunciato il clima di razzismo che sentiva intorno a sé: “Ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone”, scriveva.
“Dinanzi a questo scenario socio-politico particolare che aleggia in Italia, io, in quanto persona nera, inevitabilmente mi sento chiamato in questione. Io non sono un immigrato. Sono stato adottato quando ero piccolo.Prima di questo grande flusso migratorio ricordo con un po’ di arroganza che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, ovunque mi trovassi, tutti si rivolgevano a me con grande gioia, rispetto e curiosità. Adesso, invece, questa atmosfera di pace idilliaca sembra così lontana; sembra che misticamente si sia capovolto tutto, sembra ai miei occhi piombato l’inverno con estrema irruenza e veemenza, senza preavviso, durante una giornata serena di primavera”, riflette. Seid parla di “paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati, la paura per il disprezzo che sentivo nella bocca della gente”.
Ma i genitori e in particolare il padre Walter ha con forza negato che le cause del gesto estremo del giovane fossero legate ad episodi di razzismo: “Mio figlio non si è tolto la vita per il razzismo, si stanno strumentalizzando le sue parole”, ha detto ieri pomeriggio poche ore dopo le esequie. “Aveva problemi personali, non è quello il motivo del suo gesto. Era un uomo meraviglioso”.
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La vicenda ha però inevitabilmente creato tensioni politiche. “Se puoi, scusaci, Seid”, ha scritto su twitter il segretario del Pd Enrico Letta. Esprime dolore per la scomparsa di Seid Visin lo stesso Salvini citato proprio in quel post insieme a CasaPound. Il giovane, studente di Giurisprudenza, ricordava di aver rinunciato al lavoro in un bar dopo che un cliente si era rifiutato di farsi servire da lui: “Non sono un immigrato ma dentro di me e’ cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati”.
L’ex campione della Juve Claudio Marchisio: “Siamo il Paese dell’integrazione quando sei un giovane talento o quando segni il gol decisivo in una partita importante, ma che si rifiuta di essere servito al ristorante da un ragazzo di colore. Siamo il Paese dell’integrazione quando l’atleta vince la medaglia alle Olimpiadi. Siamo il Paese dell’integrazione che cerca improbabili origini italiane quando l’attrice che ci fa emozionare vince il Premio Oscar, ma che quando in classe con i propri figli ci sono dei ragazzi di colore storce il naso”. Mentre per il saltatore in lungo Andrew Howe, “quanto accaduto è una sconfitta totale.
Non è più possibile. Il fenomeno del razzismo sta crescendo sempre di più nonostante ci sia una seconda generazione. Lo sport dovrebbe evitarle queste cose”.Nella chiesa gremita per i funerali, anche il sindaco Manlio Torquato, sindaco di Nocera Inferiore: “Piango la scomparsa di Seid, per la sua giovanissima età, per il modo in cui se ne è andato, per la sua storia – dice Manlio Torquato, sindaco di Nocera Inferiore -. Per i suoi amici, i ragazzi della sua età che lo hanno amato e ammirato per il suo talento, la sua eleganza. C’è forse qualcosa di profondo cui non basta rispondere con una riflessione sociologica, ma pensando al senso della nostra vita”.
Commovente l’ultimo saluto a Seid Visin da parte degli amici di sempre che in chiesa indossavano magliette con il suo volto e la scritta “Arrivederci fratello” e “Ciao talento”.
Seid Visin era “un talento enorme dal cuore fragile, che rifiutava la logica del calcio-business e considerava l’agonismo alla De Coubertin, come fonte di passione e di amicizia”. Ha detto Antonio Francese l’allenatore dell’Atletico Vitalica, la squadra di calcio a cinque nella quale Seid giocava dopo la parentesi vissuta nelle giovanili del Milan e del Benevento. “Non rimpiangeva quel mondo – dice Francese – perche’ aveva capito di essere refrattario alla logica del calcio miliardario. Coltivava le sue passioni con felicita’: il calcio a cinque, il teatro e il ballo, oltre ovviamente allo studio”.
Francese, che e’ anche uno psicologo, esclude che in passato fosse stato vittima di episodi di razzismo a Nocera Inferiore. “Era perfettamente integrato, ho parlato stamattina con i familiari che giustamente hanno escluso il razzismo come causa scatenante del suicidio. Lo ricordo, almeno fino a prima della pandemia, come un giovane sorridente e solidale, molto impegnato nel sociale”.
Rosaria Federico
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