ROMA 12 GIU 2021 – «I farmacisti andranno a scuola dagli infermieri per imparare a vaccinare: è questo, in senso stretto e per noi l’amaro paradosso, del protocollo di intesa firmato pochi giorni fa tra le due Federazioni rappresentative delle professioni, la nostra FNOPI e la FOFI.
Il farmacista potrà avvalersi del tutoraggio dell’infermiere e concorderà con lui giorni e orari delle esercitazioni. L’infermiere avrà la responsabilità di insegnare al farmacista quelle tecniche che naturalmente non appartengono affatto ai capisaldi della sua professione, e in particolare dovrà mostrargli quali sono tutti i passaggi più delicati per effettuare una corretta vaccinazione.
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Leggiamo testualmente: “Il farmacista procede a fare la vaccinazione per un minimo di 5 volte a un massimo di 15 sotto controllo diretto dell’infermiere e, comunque, per il numero di volte necessario a garantire l’autonomia del farmacista nell’inoculazione del vaccino presso farmacie, centri vaccinali, altro ente sanitario ove sono praticate le vaccinazioni.
L’infermiere, rilevata la raggiunta corretta manualità di inoculazione da parte del farmacista, rilascia l’attestato di compiuta esercitazione pratica in cui si dimostra l’acquisizione delle conoscenze necessarie alla gestione dei vaccini e alla loro somministrazione”.
Cosa sta succedendo? Qualcuno ce lo spieghi!
Qualcuno ci spieghi il paradosso in cui siamo finiti. Ci viene chiesto di fare da docenti ai farmacisti, ben venga viste le nostre competenze, ma prima si avalla, con i silenzi istituzionali, la loro pressochè totale autonomia in campo vaccinale, non tenendo conto che prima di qualunque professione sanitaria, per conoscenze, competenza ed esperienza, bisognava chiamare gli infermieri ad assumere la responsabilità, accanto al medico, del progetto vaccini».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
«Non crediamo affatto che questo accordo sia da accogliere tra squilli di tromba, tanto meno che si tratti di una conquista. Non possiamo affatto sorridere, per una campagna vaccinale che è da tempo entrata nel vivo e dove non ci pare proprio che la nostra Federazione abbia fatto grandi cose per impedire che l’accordo tra Governo e Federfarma permettesse a figure che non posseggono le necessarie competenze ed abilitazioni, di surrogare gli infermieri in tema di autonomia e responsabilità. Parliamo di ambiti che, sin dall’inizio di questo percorso nell’ambito dell’emergenza sanitaria, gli infermieri italiani erano in grado di avere come nessun altro.
E’ così che la FNOPI si interpone con il Governo per rappresentare e tutelare la nostra professione che conta più di 450mila iscritti?
Oggi non possiamo e non dobbiamo fare i salti di gioia di fronte a questo protocollo di intesa, perchè gli infermieri non hanno bisogno certo di contentini. Il loro valore per questa sanità italiana va ben oltre il mostrare a un farmacista, che non lo ha mai fatto, come si gestisce una siringa.
Ecco, è proprio questa l’Italia dei paradossi!».
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