Individuata una colonia riproduttiva sull’Isca. Raddoppiata anche la popolazione del Marangone dal ciuffo. L’ornitologo Cavaliere: “Un segnale molto importante. Le politiche di tutela dell’Area Marina Protetta funzionano”.
Un ritorno graditissimo, con il suo inconfondibile becco rosso e il corpo esile e slanciato. Il Gabbiano corso (Ychthyaetus audouinii) è stato individuato pochi giorni fa, in periodo riproduttivo, sull’isolotto dell’Isca, zona B dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella. Gli ornitologi dell’Associazione ARDEA (http://www.ardeaonlus.it), guidati da Vincenzo Cavaliere, hanno infatti avvistato una colonia riproduttiva di discrete dimensioni durante l’ultimo monitoraggio, effettuato la settimana scorsa, a bordo del gozzo dell’AMP Punta Campanella. Il Parco Marino collabora ormai da tempo con gli ornitologi per il monitoraggio delle popolazioni di uccelli marini presenti nell’area.
La specie non si riproduceva in zona da alcuni anni. “Questo ritorno rappresenta un importante segnale di efficacia delle politiche di tutela dell’ambiente attuate dall’Ente Parco”, il commento dell’ornitologo Cavaliere.
Il Gabbiano corso vive soltanto in zone di pregio ambientale, a differenza del suo cugino più comune e, proprio per questo, è considerato un ottimo indicatore ecologico dello stato di salute dell’ambiente marino costiero. Predilige, infatti, zone poco antropizzate, con mare pulito e pescoso, e come dimora sceglie isolotti vicini alla costa.
Nel 2007 la specie fu avvistata per la prima volta nelle acque del Parco Marino della costiera, proprio sull’Isca, che è stata il primo posatoio, sostituito poi negli anni seguenti dalla falesia a picco sul mare a poche centinaia di metri di distanza. Ora il ritorno sull’isolotto, in passato dimora del grande Eduardo De Filippo. Negli ultimi 10 anni la specie è stata monitorata in collaborazione con l’ISPRA, secondo il Piano d’Azione nazionale per il Gabbiano corso redatto dal Ministero dell’Ambiente. I giovani individui della specie, nati nell’Area Marina Protetta negli anni passati, sono stati marcati con anelli identificativi individuali.
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La specie è solita svernare in Africa nord-occidentale per poi tornare in primavera. Grazie agli anelli identificativi, individui nati a Punta Campanella sono stati rilevati sia nell’areale riproduttivo mediterraneo, sia in quello di svernamento, con osservazioni in Medio Oriente, Libia, coste atlantiche dell’Africa occidentale e anche alle Isole Canarie. Nelle prossime settimane sarà effettuato un sopralluogo sull’Isca per inanellare altri giovani esemplari.
Il ritorno del Gabbiano corso non è l’unico segnale positivo per l’Area Marina Protetta.
Il recente monitoraggio ornitologico ha permesso di registrare un notevole incremento, circa il doppio, della popolazione di Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii). Anche questa specie pregiata, da circa 10 anni, si è stabilita a Punta Campanella, sempre a partire dalla tarda primavera. Ormai se ne trova un gran numero lungo la costa e gli isolotti del versante salernitano dell’Area Marina Protetta, come Vetara, zona A del Parco e Isca e Li Galli, zone B. Ma le buone notizie sulla presenza di uccelli marini nel Parco di Punta Campanella non finiscono qui. La gran frequenza delle osservazione e il gran numero di Berta maggiore (Calonectris diomedea) e Berta minore (Puffinus yelkouan) rappresentano un altro dato positivo tra i volatili minacciati di estinzione presenti quest’anno nell’area.
“Le specie elencate, prioritarie per le politiche di conservazione europee, sono considerate dei validi indicatori biologici dello stato di conservazione dell’ambiente marino costiero.- conclude Vincenzo Cavaliere – Il ritorno e l’incremento numerico rilevato quest’anno è il massimo riconoscimento a cui un’Area Protetta possa aspirare.”
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