I tre sono accusati di essere i mandanti e organizzatori dell’omicidio di Vincenzo De Bernardo, alias pisello, avvenuto a Somma Vesuviana l’11 novembre 2015.
La donna, ritenuta il capo delle Pazzignane è stata tradita dalla sua sete di potere tanto che si sarebbe vantata in giro “Lo abbiamo fatto ammazzare noi. E Enzina ha fatto il messaggio”. Lo avrebbe raccontato a Massimo Pelliccia, oggi pentito, ed ex del clan del rione Pazzigno legati al boss Ciro Rinaldi capo storico del rione Villa.
Luisa De Stefano è anche la mamma di Tommaso Schisa figlio del boss ergastolano Roberto Schisa, diventata nel frattempo pure lui collaboratore di giustizia. Luisa De Stefano è già stata condannata al massimo della pena per il duplice omicidio del circoletto di Ponticelli dell’estate del 2016 in cui furono uccisi Raffaele “Ultimo” Cepparulo e l’innocente Ciro Colonna. Schisa è anche nipote di Giuseppe Schisa ucciso a Ponticelli il 18 marzo del 2002 quando in giro di diffuse la voce di un suo possibile pentimento.
Il movente dell’omicidio di De Bernardo e’ duplice: da un lato fronteggiare l’espansione dei Mazzarella anche nel Nolano e nel Vesuviano, dall’altro vendicare l’assassinio di Emanuele Sibillo, il 19enne ucciso anche da Roberto De Bernardo, il nipote della vittima a cui aveva offerto ospitalita’. De Bernardo venne ucciso l’11 novembre 2015 a Somma Vesuviana, durante la guerra di camorra tra il clan Mazzarella e il clan Rinaldi. L’omicidio avvenne dopo la scarcerazione di De Bernardo, elemento legato alla camorra di Forcella, che decise di trasferirsi nel Vesuviano una volta uscito di cella.
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Ciro Rinaldi, secondo gli inquirenti (pm Liana Esposito), fu uno dei mandanti dell’omicidio mentre le due donne presero parte all’esecuzione materiale dell’assassinio. L’altro mandante dell’omicidio e’ ritenuto Luigi Esposito, capo della cosiddetta fazione dei ‘paesani’. Ciro Rinaldi e’ difeso dagli avvocati Chiummariello e Impradice. Nino D’Anna e Antonella Regine, invece, difendono Vincenza Maione e Luisa De Stefano.
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